martedì 22 novembre 2011

Apre le porte l'Assemblea Costituente a Tunisi: qualcuno pensa già a fare la valigia.

Oggi si è riunita a Tunisi al Palazzo del Bardo la prima sessione dell’Assemblea Costituente, quell’Assemblea eletta dal popolo, che rappresenta la gente della Tunisia, che dovrebbe scrivere la nuova Costituzione del paese. Le sorprese non sono mancate. I neo eletti sono stati accolti da un gruppo di manifestanti che volevano ribadire il ruolo della Costituente e l’importanza della “poltrona” occupata quale rappresentante del popolo ed emissario delle sue richieste. Le rivendicazioni erano molteplici dall’opposizione al Sesto califfato dichiarato dagli estremisti islamici al desiderio di non schierare lo stato con favoritismi verso alcun paese esterno in particolare Stati Uniti, Francia e Quatar. Già in passato interessi economici personali sono intervenuti nei giochi di potere trasformando una repubblica in un business economico privato del Presidente Ben Ali e le famiglie affiliate.




Tahar Hamila, il piu’ anziano degli eletti, ha dichiarato aperta la Prima Assemblea Costituente. 


Lasciando da parte i numeri e le valutazioni politiche il colpo d’occhio della sala parla da solo. Se si guardano separatamente vincitori ed opposizione sembra di parlare di due paesi differenti, uno islamico e uno occidentale. La differenza è netta e lampante e la grande maggioranza degli eletti di Ennahda dominano la sala. Le inquadrature della telecamera mostrano i due volti del paese, due modi di vita diversi, due modi di vestirsi diversi, due atteggiamenti diversi. Non parliamo solo di velo per le donne ma una sensazione trasmessa al pubblico che riduce ad un’esigua minoranza la parte moderata o comunque di coloro che desiderano una Tunisia piu’ vicina agli stili occidentali. La Tunsia deve aspettarsi ancora molte sorprese e l’opposizione dovrà lavorare molto bene per garantire i diritti dei suoi cittadini, soprattutto quelli delle donne. Ghannouchi esce di scena e lascia il posto agli eletti del suo partito che rispecchiano una popolazione che affianca la religione alla vita quotidiana. Sono sicuramente scelte personali e assolutamente rispettabili se tenute lontano dalle aule in cui si discutono le leggi che reggeranno un paese. Sul territorio possono coesistere in modo esemplare come è avvenuto fino ad ora nel totale rispetto reciproco. Bisogna tener conto che molti degli eletti hanno poca dimestichezza con i giochi politici e dovranno imparare presto a difendere le loro idee, quelle per le quali sono stati eletti e per le quali rappresentano i cittadini.

Come in tutte le riunioni che si rispettino anche in questa ci sono state contestazioni e litigi. L’intervento piu’ “professionale” è stato quello di Moncef Marzouki che ha riportato l’ordine in sala. 

link con l'intervento si Marzouki

La sua voce era chiaramente emozionata ed esternava tutti i sentimenti di gioia, paura, stupore e forse incredulità che nella sua Tunisia si possa essere arrivati a questo primo passo cosi’ importante. E’ solo la prima giornata e la gente è viglie e molto attenta, seguirà passo per passo i lavori dell’Assemblea Costituente. La popolazione è pronta a scendere di nuovo in piazza e lottare per i propri diritti.

In questo momento tutto il paese guarda a Tunisi. Una calma di attesa regna nel paese anche se molti sono pessimisti, timorosi per il loro futuro, per un’economia che ha difficoltà a riprendersi, ad un turismo che ha ridotto alla fame intere regioni. La gente e stanca e non sono pochi che dichiarano di vedere molto nebbioso l’avvenire, è il discorso della maggior parte delle donne che pensano ai loro figli e hanno smesso di illudersi, cercano soluzioni concrete e certezze che ancora stentano ad arrivare. Si pensa alla scuola e a tutti quei messaggi che arrivano sul connubio scuola e religione, agli usi e costumi che possono cambiare cosi’ rapidamente se solo una legge “sbagliata” vienisse approvata da quell’Assemblea Costituente dalla quale chiunque puo’ trarre le sue conclusioni, senza conoscere i personaggi, senza capire l’arabo. Molti sono in attesa, pronti a partire per garantire un futuro alle loro famiglie.

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