martedì 25 ottobre 2011

I numeri dell'Assemblea Costituente in Tunisia

L'Assemblea Costituente in Tunisia vede voto dopo voto delinearsi la sua struttura con una netta vittoria del partito islamico moderato Ennahda che fino a questo ha raggiunto il 40%. In numeri significa che su 217 posti alla Costituente il movimento islamico moderato ha preso 81 posti. Se gli strutini non termineranno entro mezzanotte bisognerà attendere domani mattina.
La festa davanti alla sede del partito è iniziata da ieri. I tunisini hanno espresso il loro parere e sono riusciti, ancora una volta, a sorprendere tutti. Domenica una folla, che ha raggiunto il 90%, ha riempito le strade ed i seggi elettorali sottolineando la volontà comune di esprimere, per la prima volta liberamnte, le sue convinzioni politiche. In tutti i seggi della Tunisia, ad esclusione di Sidi Bouzid, vince il partito di Gannouchi.


Oggi durante tutta la giornata si sono susseguite interviste ai leader degli altri partiti. Tutti hanno sottolineato la necessità del paese di trovare un'identità lontana dai vecchi modelli legati a Ben Ali. Quali siano i motivi di tale successo è presto detto. Il primo è sicuramente una campagna elettorale attenta e mirata che ha colpito nel segno. L'attenzione sul leader Gannouchi, che in realtà si chiama Rached Kheriji, e le critiche mosse ad ogni suo intervento hanno avuto un effetto eco in cui Ennahda risuonava e raggiungeva tutti. "Bene o male, l'importante è che se ne parli", mai frase è stata piu' vera che in questo momento.
I partiti islamici erano stati vietati durante la presidenza di Ben Ali. Anche questo è un fatto che ha sensibilizzato gli elettori, in piu' molti islamisti sono stati incarcerati, hanno subito torture e tutto questo, in quest'occasione, è servito. La gente si è ritrovata in queste situazioni ed ha penasto che solo chi aveva provato la dura repressione del regime poteva oggi rappresentali. In piu' Ennahda ha presentato un programma chiaro, dettagliato nel quale c'è un'omogeneità tra le classi sociali, dove tutti vengono presi in considerazione. Gli altri partiti erano meno strutturati e hanno lasciato dei dubbi. Certo creare dei partiti politici in 9 mesi e portarli alle elezioni è un'impresa difficile. Ennahda è sempre esistita, ha lavorato nella clandestinità, di questa ha pagato un caro prezzo fino all'incarcerazione di molti dei suoi adepti, oggi candidati alle elezioni. L'esilio a Londra del suo leader Gannouchi ha permesso di continuare nell'attività politica, di specializzarsi nella comunicazione tenendo sempre vivo il movimento anche nel paese di origine.
Questa è la nuova Tunisia. nelle dichiarazione di queste ore Gannouchi dice che la politica di Ennahda è un Islam moderato molto vicino al modello turco che cercherà un accordo con le parti laiche per raggiungere la maggiornanza.
Le elezioni si sono svolte in modo corretto supervisionate anche dagli osservatori dell'ONU che oggi, durante la conferenza stampa, hanno elencato poche infrazioni non sostaniali che non hanno perturbato in alcun modo l'esito finale. Hanno lodato la civiltà della popolazione chiamata a votare e la pazienza nonostante i rallentamenti dovuti al gran numero di votanti. Quindi ci siamo. Addio ai modelli occidentali e si riafferma con forza un'appartenenza ai paesi arabi, si ribadisce che la religione islamica è parte integrante del modo di vita di questo paese. Chi vedeva nella Tunisia un'isola d'Europa nel Nord Africa si sbagliava.
Molta è la delusione per i risultati, nessuno si aspettava una vittoria cosi' schiacciante. Ha vinto la maggiornaza silenziosa quella che non partecipa a grandi dibattiti, che ha poca dimestichezza con i social network, quella che, nel bene o nel male, ha creduto che questo movimento li rappresentasse nel migliore dei modi, quella che ha lottato durante il regime di Ben Ali, quella che cerca un'identità ideologica chiara.
Il 9 novembre si riunisce per la prima volta l'Assemblea Costituente. Resta la speranza che l'opposizione sappia fare bene il suo lavoro, che si faccia sentire perchè la Costituzione è il fondamento del paese. Anche i vincitori dovranno mantenere tutte le loro promesse. Molti tra gli "arrabbiati" hanno accettato la sconfitta e restano in attesa pronti a ritornare nelle piazze piu' numerosi di prima se si dovesse imboccare la strada sbagliata.

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