lunedì 24 ottobre 2011

I giochi sono fatti: vince Ennahda



Gli scrutini sono iniziati già ieri in tarda serata ma i dati definitivi saranno disponibili solo nella giornata di martedi'.  L'affluenza alle urne ha superato il 90% degli aventi diritto al voto. I tunisini avevano voglia di urlare a gran voce quanto taciuto in tutti questi anni. I risultati sono ancora incerti anche se il partito islamista moderato Ennahda è il assoluto il favorito. I primi numeri parlano di un 38-42%. Nel frattempo sono arrivati i risultati dei tunisini all'estero che hanno assegnato 9 seggi a Ennahdha, 3 seggia a CPR, 3 seggi a Ettakatol, 1 seggio a PDM e 1 seggio a Aridha Chaabia.

Il Partito di Rached Gannouchi si prepara già a festeggiare, metre ci si chiede verso che futuro si sta avviando la Tunisia. Il movimento islamico Ennhada era stato duramente represso durante il regime di Ben Ali, il suo leader era stato costretto all'esilio a Londra per 18 anni. Il rientro in Tunisia è avvenuto il 17 gennaio, atteso all'aeroporto di Tunisi Cartagine da una grande folla di suoi fedeli. 
Oggi a Tunisi si è tenuta la prima manifestazione contro Ennahda. Una rivoluzione contro il tiranno Ben Ali si conclude con una scelta lontano dai modelli occidentali, in totale opposizione con il vento di libertà che si credeva soffiasse sui paesi arabi. Pochi sanno fino in fondo in che direzione si dirige ora il paese e nonostante l'idea di base avvicina il progetto politico di Ennahda al partito Turco AKP, la popolazione nutre grossi dubbi. E' come se il paese cercasse una sua identità indipendente che la allontana dagli stereotipi occidentali. La Tunisia vuole ritornare ad essere un paese arabo a tutti gli effetti e ribadire la sua appartenenza religiosa. Si parla di islam moderato ma quando l'Islam incontra la politica puo' diventare una miscela pericolosa. 
L'Assemblea Costituente avrà l'importante compito di riscrivere la costituzione del paese. Le donne rappresentate politicamente raggiungono a mala pena il 7%. La paura è che si vadano a toccare quelle leggi per le quali si è lottato per 50 anni e che si perda la libertà ed uguaglianza raggiunta con grandi lotte. 
Molti i sentimenti che si colgono parlando con la gente. C'è chi non è andato a votare perchè non sapeva chi scegliere, chi è furibondo al solo sentir nominare Ennahda e chi minaccia di scendere in strada se il partito islamico non dovesse vincere. 
Quello che ha giocato enormemente a favore di questa situazione sono le possibilità economiche del partito di Gannouchi, l'unico che ha realizzato una campagna elettorale studiata nei minimi particolari che ha saputo cogliere le preferenza soprattutto delle persone semplici che toccavano con mano i "servizi" che venivano offerti dalla pulizia delle strade ai matrimoni organizzati a spese del movimento. Una campagna perfetta che ha raggiunto il suo scopo tanto da diventare quasi l'unico partito politico in Tunisia. Domani i risultati e poi, dopo la festa, la verifica di dove sta andando il paese. La speranza è comunque che la rivoluzione ed il martirio di tanti giovani non sia stato vano e che da una dittatura non si cada in qualche cosa di peggio, come sta accadendo in Libia dove dopo la carneficina si parla di sharia e poligamia, i grandi punti tanto contrastati da Gheddafi. Qualcuno ha detto oggi: "Se questa è la nuova Tunisia bisognerà accettarla", certo un boccone difficile da digerire.










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