martedì 4 ottobre 2011

Oggi piove e non è solo pioggia quella che cade dal cielo

Oggi piove, un forte acquazzone si è abbattuto sul sud della Tunisia allagando Sfax, Houmt Souk a Djerba e non ha risparmiato i nostri vicini a Tripoli. Forse un po' di acqua fresca calmerà gli spiriti dei ribelli, porterà un po' di refrigerio a queste terre e chiarirà le idee. Per ora la Libia è sparita dai giornali e dai telegiornali. Gheddafi non è morto quindi manca ancora la nota finale a questa guerra. Una grande battaglia si continua a disputare ogni giorno sul web, migliaia di blogger danno minuto per minuto notizie incredibili trasformando il conflitto in un minestrone dove troviamo di tutto. Dopo il 22 di agosto i siti pro Gheddafi si erano presi una pausa di riflessione ma da alcuni giorni sono ritornati al lavoro, piu' agguerriti di prima.
Moussa Ibrahim, il portavoce di Gheddafi, la nostra fonte principale di informazioni ufficiale sul regime è fuggito travestito da donna dal suo nascondiglio a Sirte, poco dopo è morto e subito dopo risorto per inviare altri messaggi, telefonici anche i suoi, piu' sicuri visti i tempi che corrono.
Messaggi curiosi arrivano da Tripoli dove appaiono timide bandiere verdi, da Bengazi dove gruppi di combattenti si scusano con Gheddafi e riprendono la guerra al suo fianco, da Sirte che resta una roccaforte inespugnabile, caduta in mano dei ribelli o i ribelli caduti in mano dei lealisti non si capisce bene. Ieri sera Euronews ha trasmesso la notizie di aggiornamento sulla tragedia umanitaria che si sta consumando nella regione, ha parlato dei civili che cercano di lasciare la città e restano per ore in coda ai ceck point. Rivedendo la stessa sequenza con il commento in italiano, francese, inglese ed arabo solo la fine della notizia era la stessa per il resto si dava libera interpretazione dei fatti. Per la versione francese i ribelli stavano vincendo per quella araba Sirte era inespugnabile, per quella inglese la Croce Rossa Internazionale non riusciva a raggiungere l'ospedale di Sirte che si trova in grosse difficoltà, per quella italiana un camion era riuscito a consegnare materiale medico. L'ospedale di Sirte è stato bombardato circa 4 settimane fa ed ha subito grossi danni strutturali, uno dei principali problemi è il mal funzionamento del diffusore di ossigeno che utilizzato in queste condizioni non riesce a grantire una ventilazione sufficiente il che provocherebbe grossi danni cerebrali, chi è sopravvissuto si ritrova ad affrontare un nuovo calvario in piu' gli viene garantito un futuro incerto. In tutto questo una sola cosa non è cambiata: la NATO continua le sue icursioni.
Il temporale di Djerba, tuoni e fulmini. Abir e Lobna che sono qui perchè il loro fratellino di quattro anni è stato ferito alla testa piangono e si nascondono sotto il tavolo. Arrivano da Zawia e a tutto pensano tranne al temporale, credono di essere ancora in Libia e che le bombe continuino a cadere. La scena si ripete anche quando decollano gli aerei, oramai ci ridiamo su per sdrammatizzare...
Il Consiglio Nazionale di Trasizione traballa e non riesce a costituire un suo gruppo, rimanda di settimana in settimana la formazione del nuovo governo. La Libia è alla deriva.
In mezzo al mare di bugie continuano ad arrivare in Tunisia le ambulanze con i feriti che riempiono le cliniche e gli ospedali di tutto il sud anche se si cerca di concentrarli maggiormente nelle strutture di Sfax e Tunisi. Il CNT prende in carico le cure mediche e di soggiorno di queste persone. Purtroppo molto spesso sono solo false promesse e basta un cognome sbagliato sul passaporto per ritrovarsi a implorare la solidarietà dei tunisini che continuano imperterriti nella loro missione di aiuto ai "fratelli libici". I campi che accoglievano le ondate di rifugiati a Ramada e Dhiba si stanno piano piano spopolando mentre resta attivo quello di Chucha a Ras Jedir dove sono rimasti circa 5.000 lavoratori che arrivano da paesi che non si sono attivati per far rientrare i loro concittadini. Il Marocco smonta il suo ospedale da campo e la società che gestisce gli acquedotti SONET ha deciso di costruire una conduttura d'acqua potabile per questa tendopoli visto che quei poveretti dovranno prolungare la loro permanenza: meglio un campo pulito che un focolaio di malattie.
Grandi lavori in tutte le città della Tunisia per issare i primi tabelloni sui quali verranno incollate le locandine elettorali. Numerate dall'uno al 43, su due righe, attirano un sacco di curiosi. Appaiono le prime foto ed i nomi dei  candidati, la gente si ferma, forse per gurdare le foto, del resto è la prima volta che in Tunisia c'è una scelta cosi' ampia.
Anche la luna si prende gioco di questo paese e la grande festa dell'Aid el Kbira si celebrerà il 7 novembre, numero sparito da tutte le insegne stradali, dai nomi delle scuole e negozi che ricorda la data di elezione dell'ex Presidente Ben Ali. Le strade si riempivano di bandierine viola con sopra la sua foto, quest'anno niente di tutto cio' vedremo chi prenderà il suo posto.
Dove non arriva l'UNHCR arrivano gli allevatori che si sono oganizzati per OFFRIRE gli agnelli per la festa ai vicini sotto le bombe, senza accordi internazionali e senza chiedere niente a nessuno, niente bandierine e niente etichette. Strano come gira il mondo.

1 commento:

  1. Puntuale come sempre, descrittiva,ma sopratutto " di sostanza ". Brava Marta

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