Un anno fa passavamo le notti dietro le finestre a guardare i giovani nelle strade armati di bastoni che difendevano i loro quartieri dai temibili banditi di Ben Ali che andavano in giro per la Tunisia a creare disordine e infondere insicurezza e diffidenza verso le forze dell’ordine. E’ passato un anno e poco è cambiato. Il dittatore è stato cacciato, siamo sopravvissuti all’invasione dei rifugiati libici e abbiamo un nuovo governo provvisorio che sta preparando la nuova costituzione. Peccato che tutte le nostre speranze di un paese libero e progressista si stiano in frangendo giorno per giorno.
Per le strade si vedono i primi timidi turisti che sbocciano come i fiori sugli alberi di albicocche, segno di una primavera che finalmente fiorisce. La gente indaffarata riempie le strada, va al mercato e cerca di darsi da fare per sconfiggere la « miseria » che detta la legge della vita da piu’ di un anno. Il mondo continua la sua frettolosa strada e nei palazzi del potere si fanno scelte sconvolgenti che trasformeranno il paese. La gente è sempre la stessa aperta, solidale, pronta ad aiutare il prossimo soprattutto quando lo Stato manifesta la sua impotenza davanti ad un inverno troppo rigido che non si poteva prevedere o le alluvioni di questi giorni. Non importa, una catena umana veste e sfama tutti, arriva si monti o nei deserti, smuove le montagne per il prossimo. Intanto si aspetta la nuova costituzione.
E mentre siamo tutti intenti a sopravvivere arriva il predicatore egiziano a cui tutto il mondo arabo aveva vietato l’ingresso, WajdiI Ghenim. Riunioni congressi, visite a spasso per il paese per convincere la popolazione che la charia deve essere parte della legge dello stato e peggio ancora. Si fanno dimostrazioni, proteste di cui parlano i giornali ma che non hanno nessun effetto, a Djerba la gente passeggia serena contenta che l’inverno stia passando.
Il Ministro per gli Affari Religiosi alla TV, la sera, dichiara che la religione è parte fondmantale e deve essere legata alla politica. Facebook si infiamma ma la gente va al mercato come prima, si siede nei bar a prendere il caffè per godersi un tiepido sole.
Oggi la radio annuncia che Ennahda ha appena rilasciato una dichiarazione nella quale sostiene che la nuova Costituzione della Tunisia conterrà i principi della religione islamica. Lo speker si infervora, c’è una reazione violenta anche nella sede del governo ma la gente si gode il tramonto, ritia i bambini da scuola, gli uomini si affrettano verso la moschea per la preghiera del tramonto.
E’ una situazione paradossare e grottesca nella quale siamo spettatori impotenti e sbalorditi. Un anno difficile è appena passato, la gente è troppo impegnata a cercare di sfamare le sue famiglie non si ha piu’ la forza e nemmeno la voglia di lottare contro questa nuova dittatura.
Mi chiedo dove siano i tunisini laici e moderati, quelli che vivono all’occidentale che abitano nella capitale, che frequentano teatri e caffè alla moda, sono diventati sordi ? Dicono : « non è pssibile, tutto questo è solo fumo negli occhi ». Avevano visto male quando erano sicuri che Ennahda non avrebbe vinto le elezioni e la loro vista è ancora piu’ annebbiata oggi che, sotto il loro naso, la sharia, niqab e molto altro stanno diventando parte integrante degli usi e costumi del paese. Spero con tutto il cuore che la gente si svegli e apra gli occhi, lasci i fiori della primavera e il tepore del sole e si concentri sull’autunno politico verso il quale stiammo camminando a passi da gigante.
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