La guerra in Libia è finita: Sebastiano Nino Fezza
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.321841647861203.85612.100001061105826&type=1
A circa 30 da Misurata, sulla strada che porta a Sirte c'e', anzi c'era Tauergha, fino a pochi mesi fa aveva circa 40.000 abitanti, oggi, NESSUNO. Nessuno perche' non e' stata rasa al suolo, ma i suoi abitanti sono stati uccisi o sono scappati, molti sono finiti nei campi profughi di Tripoli. TAUERGHA punto nevralgico da dove partivano le truppe di Gheddafi per la battaglia di Misurata del giugno 2011. Questi sono i dati scarni di uno dei tanti eventi di questa guerra libica durata 8 mesi, dal 17 febbraio 2011, al 20 ottobre 2011. Da un punto di vista strettamente militare sicuramente un successo, una guerra lampo rispetto agli altri conflitti dell'era moderna, come Afghanistan, Somalia, ex Jugoslavia per non parlare delle guerre africane che durano spesso decenni. Ma non e' di questo che voglio parlarvi, per raccontare i fatti ci sono colleghi giornalisti molto piu' bravi di me che lo hanno fatto, e lo fanno benissimo. Quello di cui voglio parlarvi e' di quello che si sente e si vive quando si entra in una citta' fantasma. L'elemento dominante e' il SILENZIO, un silenzio quasi assordante, senti solo il tuo respiro ed il rumore dei tuoi passi. E' tutto surreale, palazzi intatti saccheggiati e poi bruciati, le finestre annerite sembrano tante orbite vuote che guardano ma non vedono. Sulle strade misere testimonianze della quotidianita', sfuggite ai vari saccheggi, un tegame ammaccato, un libro bruciacchiato, resti di un servizio di tazzine, piccoli oggetti di tutti i giorni che nessuno vuole e che pero' raccontano la storia di una citta'. I saccheggi continuano, piccole bande di sciacalli girano in citta' entrano e depredano quel poco che e' rimasto e dopo danno fuoco alla casa. Se ti guardi intorno vedi tante case da cui escono fumo nero. Si sente spesso sparare, il colpo esploso in quel silenzio e' fortissimo, assordante come se ti esplodesse nel cervello. E tu cammini, ti guardi intorno, senti sempre e solo il rumore dei tuoi passi, il tuo respiro, e ti avvicini ad una casa a cui hanno appena dato fuoco, fumo, silenzio e improvvisamente rumori, rumori come di passi sui vetri o colpi secchi sui mobili, il tuo cervello cerca di lavorare velocemente per capire cosa sta succedendo, chi c'e'. I battiti del cuore accelerano e tu li senti come se fossero dei colpi di tamburo,forti, veloce, fanno quasi male. Ti fermi, cerchi di respirare lentamente, cerchi di riprendere il controllo. E poi capisci, e' solo il fuoco, il fuoco che brucia il legno, il fuoco che fa esplodere il vetro. Respiri meglio, ricominci a girare, un negozio, entri, cammini sui vetri scricchiolanti, era un negozio di barbiere, resta uno specchio rotto, una poltrona bruciacchiata uno straccio appeso ad un chiodo. Poi torni sulla strada, ti guardi intorno tutto e' fermo, immobile, come se il tempo si fosse fermato. Pali della luce abbattuti, macchine bruciate, sedie rotte, resti di mobili, piatti rotti, la sedia a rotelle di un paraplegico, c'e' di tutto. Intorno a te le case bruciate, tutte le finestre annerite, e tu le senti addosso come sguardi vacui da orbite vuote. Quaando stavo andando via avevo la gola secca, sentivo il sapore amaro della polvere e l'odore acre del fumo. Questa doveva essere per me lavoro come un altro, solo la diciassettesima guerra, dopo averne fatte tante ti sembra di aver visto tutto e che tutte siano uguali. Invece non e' cosi', per me la guerra in Libia sara' per sempre l'urlo straziante, disperato di TAUERGHA.
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A circa 30 da Misurata, sulla strada che porta a Sirte c'e', anzi c'era Tauergha, fino a pochi mesi fa aveva circa 40.000 abitanti, oggi, NESSUNO. Nessuno perche' non e' stata rasa al suolo, ma i suoi abitanti sono stati uccisi o sono scappati, molti sono finiti nei campi profughi di Tripoli. TAUERGHA punto nevralgico da dove partivano le truppe di Gheddafi per la battaglia di Misurata del giugno 2011. Questi sono i dati scarni di uno dei tanti eventi di questa guerra libica durata 8 mesi, dal 17 febbraio 2011, al 20 ottobre 2011. Da un punto di vista strettamente militare sicuramente un successo, una guerra lampo rispetto agli altri conflitti dell'era moderna, come Afghanistan, Somalia, ex Jugoslavia per non parlare delle guerre africane che durano spesso decenni. Ma non e' di questo che voglio parlarvi, per raccontare i fatti ci sono colleghi giornalisti molto piu' bravi di me che lo hanno fatto, e lo fanno benissimo. Quello di cui voglio parlarvi e' di quello che si sente e si vive quando si entra in una citta' fantasma. L'elemento dominante e' il SILENZIO, un silenzio quasi assordante, senti solo il tuo respiro ed il rumore dei tuoi passi. E' tutto surreale, palazzi intatti saccheggiati e poi bruciati, le finestre annerite sembrano tante orbite vuote che guardano ma non vedono. Sulle strade misere testimonianze della quotidianita', sfuggite ai vari saccheggi, un tegame ammaccato, un libro bruciacchiato, resti di un servizio di tazzine, piccoli oggetti di tutti i giorni che nessuno vuole e che pero' raccontano la storia di una citta'. I saccheggi continuano, piccole bande di sciacalli girano in citta' entrano e depredano quel poco che e' rimasto e dopo danno fuoco alla casa. Se ti guardi intorno vedi tante case da cui escono fumo nero. Si sente spesso sparare, il colpo esploso in quel silenzio e' fortissimo, assordante come se ti esplodesse nel cervello. E tu cammini, ti guardi intorno, senti sempre e solo il rumore dei tuoi passi, il tuo respiro, e ti avvicini ad una casa a cui hanno appena dato fuoco, fumo, silenzio e improvvisamente rumori, rumori come di passi sui vetri o colpi secchi sui mobili, il tuo cervello cerca di lavorare velocemente per capire cosa sta succedendo, chi c'e'. I battiti del cuore accelerano e tu li senti come se fossero dei colpi di tamburo,forti, veloce, fanno quasi male. Ti fermi, cerchi di respirare lentamente, cerchi di riprendere il controllo. E poi capisci, e' solo il fuoco, il fuoco che brucia il legno, il fuoco che fa esplodere il vetro. Respiri meglio, ricominci a girare, un negozio, entri, cammini sui vetri scricchiolanti, era un negozio di barbiere, resta uno specchio rotto, una poltrona bruciacchiata uno straccio appeso ad un chiodo. Poi torni sulla strada, ti guardi intorno tutto e' fermo, immobile, come se il tempo si fosse fermato. Pali della luce abbattuti, macchine bruciate, sedie rotte, resti di mobili, piatti rotti, la sedia a rotelle di un paraplegico, c'e' di tutto. Intorno a te le case bruciate, tutte le finestre annerite, e tu le senti addosso come sguardi vacui da orbite vuote. Quaando stavo andando via avevo la gola secca, sentivo il sapore amaro della polvere e l'odore acre del fumo. Questa doveva essere per me lavoro come un altro, solo la diciassettesima guerra, dopo averne fatte tante ti sembra di aver visto tutto e che tutte siano uguali. Invece non e' cosi', per me la guerra in Libia sara' per sempre l'urlo straziante, disperato di TAUERGHA.
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