lunedì 21 marzo 2011

I libici a Djerba

Non parliamo di politici che danno ordini dal sicuro dai loro palazzi nè di militari che fanno un lavoro, ma della gente comune. Questa mattina ho fatto la spesa in un piccolo negozio sotto casa. Si è fermata una macchina con targa libica; a bordo una donna e due uomini. I due uomini sono scesi e uno di loro è entrato nel negozio. Parlava al telefono, era molto agitato, bianco in viso e tremava: "Si, si stiamo bene siamo arrivati. Ci hanno lasciati passare perchè abbiamo detto che era ammalata. Si, la strada era molto pericolosa, sparano... " ha comperato tre pomodori ed è uscito. Il proprietario del negozio mi ha guardato e mi ha detto sono fuggiti e hanno lasciato la guerra sulla strada, hanno paura. Gli ho chiesto se avessero qualcuno a Djerba e mi ha detto di si che sarebbero rimasti da una famiglia. A Houmt Souk si vedono diverse macchine libiche, per la maggior parte sono famiglie con donne e bambini. Se le notizie che arrivano sono vere è difficile raggiungere la frontiera, l'esercito recluta le sue "truppe" per strada. In piu' tutta la parte alla frontiera con la Tunisia è ancora in mano a Gheddafi, tutti sono convinti che sarà questa la zona in cui si concentreranno i combattimenti. Fino a quando non cade Tripoli gli scontri non finiranno. La capitale vive in un mondo a parte quesi isolato dove la maggior parte della popolazione è convinta che Gheddafi sia nel giusto.

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