Gli elicotteri sorvolano le coste dell’isola Djerba e le coste del Golfo di Gabes alla ricerca di clandestini pronti a partire.
Il business è ben organizzato e gli accordi vengono presi alla luce del giorno nei caffè. Tutti conoscono i mediatori. Esiste un vero e proprio tariffario: un posto per l’Italia costa dai 1.000 ai 2.000 euro . Le famiglie vendono tutto quello che hanno oro, terreni, olivi per permettere ad un loro familiare di partire.
C’è stato recentemente un’appello del Ministero dell’Agricoltura rivolto pescatori al fine di prevenire la vendita delle loro barche ed incentivare l’attività della pesca.
Purtroppo in questo periodo di crisi anche questo viene considerato un lavoro o un’occasione. L’ offerta è allettante 50.000 euro subito per un’imbarcazione di piccole dimensioni che può portare 40 clandestini, in certi casi si arriva fino a 100.000 euro per un’imbarcazione di grandi dimensioni.
Molte volte le imbarcazioni fanno più viaggi, se non vengono sequestrate, in questo modo si ammortizza l’investimento. Domanda e offerta si incontrano facilmente. Vecchi pescatori che hanno passato una vita in mare cedono facilmente alla tentazione.
Trovata la barca e i “clienti”, si aspetta una notte tranquilla per la partenza. Il pacchetto comprende anche l’alloggio nella zona di Zarzis fino a quando il gruppo non è costituito.
Ali è partito qualche giorno fa e la sua barca è stata intercettata dalle motovedette tunisine. “Non importa”, non si scoraggia “riprovo fino a quando riesco ad andarmene”. Nella tristezza di questi viaggi della speranza è previsto anche una specie di “rimborso” se il viaggio non va a buon fine.
Non c’è rabbia verso i “venditori di sogni”, per chi vuole partire, stanno facendo qualche cosa molto simile ad un servizio sociale.
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