Sono appena tornata da a Jerba dopo aver fatto un piccolo viaggio nel sud tunisino per vedere che cosa è successo fisicamente al paese dopo la rivoluzione, 1300 km tra città e villaggi in macchina mi hanno mostrato una realtà che a fatica cerca di lavorare per potersi rimettere
dall’inevitabile caos dovuto ad un cambiamento epocale. I segni delle lotte interne, case, uffici, edifici pubblici bruciati raccontano storie di violenza di stato. La gente pero’ con coraggio si è messa d’impegno per ricostruire la Tunisia. Durante questi giorni di viaggio, non so se dire fortunatamente, non ho seguito le vicende italiane alla televisione, avevo solo l’occasione di seguire le faccende libiche e tunisine via televisioni locali, Al Jazira e Al Arabya.
Oggi accendo la televisione e sento le dichiarazioni della signora Brambilla e volevo fare qualche riflessione in merito:
I ricatti della Brambilla, ovvero…soluzioni intelligenti!
La signora Brambilla, ministro del turismo dichiara:
“se la Tunisia non si attiverà per fermare le partenze dei tunisini, non faremo la nostra parte per inviare turisti italiani in Tunisia…”
La Tunisia vive di turismo, soprattutto il sud tunisino, da dove partono gran parte dei giovani in cerca di lavoro e forse di sogni: dopo la rivoluzione, la guerra in Libya e i profughi gestiti a migliaia da questo Paese, stiamo aspettando di risollevarci un attimo economicamente sperando che il turismo riprenda, perlomeno in occasione della Pasqua.
Rimango esterefatta dalla “soluzione Brambilla” che non ha capito, forse, che se questo popolo non avrà lavoro continuerà ad emigrare in massa!
Era questo che intendeva Tremonti quando diceva che questa gente va aiutata nel Paese d’origine????
Forse, invece di ricattare la signora Brambilla farebbe bene ad attivarsi per incoraggiare questo settore. Vorrei segnalare che dalla “rivoluzione” il flusso del turismo italiano in Tunisia è stato bloccato, contrariamente a tanti paesi che invece hanno continuato a lavorare per incrementare il turismo, una forma di aiuto utile al paese.
Aiutare questo Paese è soprattutto “farlo lavorare”, sia nel campo del turismo sia in altri campi. Ecco la vera lotta contro l’immigrazione!
Condivido il discorso del Presidente Napolitano alla comunità italiana in America che ricordava agli italiani il loro passato di emigranti. Dice “l’Italia è stata il numero uno dei paesi che hanno avuto bisogno di partire per lavorare”
dall’inevitabile caos dovuto ad un cambiamento epocale. I segni delle lotte interne, case, uffici, edifici pubblici bruciati raccontano storie di violenza di stato. La gente pero’ con coraggio si è messa d’impegno per ricostruire la Tunisia. Durante questi giorni di viaggio, non so se dire fortunatamente, non ho seguito le vicende italiane alla televisione, avevo solo l’occasione di seguire le faccende libiche e tunisine via televisioni locali, Al Jazira e Al Arabya.
Oggi accendo la televisione e sento le dichiarazioni della signora Brambilla e volevo fare qualche riflessione in merito:
I ricatti della Brambilla, ovvero…soluzioni intelligenti!
La signora Brambilla, ministro del turismo dichiara:
“se la Tunisia non si attiverà per fermare le partenze dei tunisini, non faremo la nostra parte per inviare turisti italiani in Tunisia…”
La Tunisia vive di turismo, soprattutto il sud tunisino, da dove partono gran parte dei giovani in cerca di lavoro e forse di sogni: dopo la rivoluzione, la guerra in Libya e i profughi gestiti a migliaia da questo Paese, stiamo aspettando di risollevarci un attimo economicamente sperando che il turismo riprenda, perlomeno in occasione della Pasqua.
Rimango esterefatta dalla “soluzione Brambilla” che non ha capito, forse, che se questo popolo non avrà lavoro continuerà ad emigrare in massa!
Era questo che intendeva Tremonti quando diceva che questa gente va aiutata nel Paese d’origine????
Forse, invece di ricattare la signora Brambilla farebbe bene ad attivarsi per incoraggiare questo settore. Vorrei segnalare che dalla “rivoluzione” il flusso del turismo italiano in Tunisia è stato bloccato, contrariamente a tanti paesi che invece hanno continuato a lavorare per incrementare il turismo, una forma di aiuto utile al paese.
Aiutare questo Paese è soprattutto “farlo lavorare”, sia nel campo del turismo sia in altri campi. Ecco la vera lotta contro l’immigrazione!
Condivido il discorso del Presidente Napolitano alla comunità italiana in America che ricordava agli italiani il loro passato di emigranti. Dice “l’Italia è stata il numero uno dei paesi che hanno avuto bisogno di partire per lavorare”
Maria Grazia Casella
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