Dopo la visita del Ministro Frattini e Maroni a Tunisi è stata raggiunta un’intesa per prevenire ed arginare il fenomeno dell’emigrazione clandestina. Si tratta in sostanza di un “bonus” di rimpatrio che si aggira sui 1.500 euro per ogni tunisino che accetta volontariamente di rientrare nel suo paese, oltre ad un aiuto economico di 150 milioni di euro per rilanciare l’economia.
La misura vaglia è un’enorme errore che incrementerà il traffico di clandestini. Chi aveva dubbi questa volta partirà sul serio, oltre a vedersi rimborsare il passaggio sul barcone, avrà la possibilità di rimanere in Europa o, male che vada riceverà un “bonus” per ritornare in Tunisia. Forse pochi in Italia sanno che uno stipendio medio qui è di 200 euro al mese.
La Tunisia esce da una rivoluzione importante e allo stesso tempo sconvolgente. Un paese che ha sempre sentito parlare di “democrazia” ma che non ha idea di come si gestisce un paese. La gente è spaesata, la fuga di Ben Ali non ha trovato nessuna forza politica pronta a riprendere il potere e gestire questo periodo di transizione. Tutti sanno delle proteste e delle richieste di cambiamenti comntinui dei ministri del Governo provvisorio, degli scioperi, delle manifestazioni. Si ha voglia di andare verso il futuro ma non si sa da dove cominciare.
Questo paese non ha bisogno di soldi ma di aziende che credano nel suo sviluppo e pontenzialità, che collaborino con gli imprenditori locali per sviluppare nel paese posti di lavoro e rilanciare l’economia.Prendiamo come esempio il turismo. I tour operator italiani hanno rinviato più volte la programmazione di charter su Djerba, perchè? Arrivano turisti tedeschi, francesi, inglesi, perchè agli italiani no? Il turismo è una fonte importantissima dell’economia e impiega nelle sue strutture moltissimi dei “clandestini” che lasciano il paese in cerca di fortuna. Se si continua a creare ostacoli, molti cominciano a pensare che la via migliore sia la fuga. L’hanno fatto anche gli italiani che “sognavano” l’America, l’hanno fatto tutte le centinai di migliaia di lavoratori che sono andati in Libia da tutti i paesi del mondo per cercare un lavoro più remunerativo.Se si legge la Normativa Europea in fatto di Emigrazione ci si accorge che essa dà « false speranze » a questi avvenutrieri moderni. Il rimpatrio avviene dopo 5 o 30 giorni solo se il clandestino ha le possibilità economiche di pagarsi il biglietto di rientro. In alternativa rimarrà in Italia.
LA SOLUZIONE BRAMBILLA
Lunedi' 28 marzo / Mariagrazia Casella
Sono appena tornata da a Jerba dopo aver fatto un piccolo viaggio nel sud tunisino per vedere che cosa è successo fisicamente al paese dopo la rivoluzione, 1300 km tra città e villaggi in macchina mi hanno mostrato una realtà che a fatica cerca di lavorare per potersi rimettere
dall’inevitabile caos dovuto ad un cambiamento epocale. I segni delle lotte interne, case, uffici, edifici pubblici bruciati raccontano storie di violenza di stato. La gente pero’ con coraggio si è messa d’impegno per ricostruire la Tunisia. Durante questi giorni di viaggio, non so se dire fortunatamente, non ho seguito le vicende italiane alla televisione, avevo solo l’occasione di seguire le faccende libiche e tunisine via televisioni locali, Al Jazira e Al Arabya.
Oggi accendo la televisione e sento le dichiarazioni della signora Brambilla e volevo fare qualche riflessione in merito:
I ricatti della Brambilla, ovvero…soluzioni intelligenti!
La signora Brambilla, ministro del turismo dichiara:
“se la Tunisia non si attiverà per fermare le partenze dei tunisini, non faremo la nostra parte per inviare turisti italiani in Tunisia…”
La Tunisia vive di turismo, soprattutto il sud tunisino, da dove partono gran parte dei giovani in cerca di lavoro e forse di sogni: dopo la rivoluzione, la guerra in Libya e i profughi gestiti a migliaia da questo Paese, stiamo aspettando di risollevarci un attimo economicamente sperando che il turismo riprenda, perlomeno in occasione della Pasqua.
Rimango esterefatta dalla “soluzione Brambilla” che non ha capito, forse, che se questo popolo non avrà lavoro continuerà ad emigrare in massa!
Era questo che intendeva Tremonti quando diceva che questa gente va aiutata nel Paese d’origine????
Forse, invece di ricattare la signora Brambilla farebbe bene ad attivarsi per incoraggiare questo settore. Vorrei segnalare che dalla “rivoluzione” il flusso del turismo italiano in Tunisia è stato bloccato, contrariamente a tanti paesi che invece hanno continuato a lavorare per incrementare il turismo, una forma di aiuto utile al paese.
Aiutare questo Paese è soprattutto “farlo lavorare”, sia nel campo del turismo sia in altri campi. Ecco la vera lotta contro l’immigrazione!
Condivido il discorso del Presidente Napolitano alla comunità italiana in America che ricordava agli italiani il loro passato di emigranti. Dice “l’Italia è stata il numero uno dei paesi che hanno avuto bisogno di partire per lavorare”
dall’inevitabile caos dovuto ad un cambiamento epocale. I segni delle lotte interne, case, uffici, edifici pubblici bruciati raccontano storie di violenza di stato. La gente pero’ con coraggio si è messa d’impegno per ricostruire la Tunisia. Durante questi giorni di viaggio, non so se dire fortunatamente, non ho seguito le vicende italiane alla televisione, avevo solo l’occasione di seguire le faccende libiche e tunisine via televisioni locali, Al Jazira e Al Arabya.
Oggi accendo la televisione e sento le dichiarazioni della signora Brambilla e volevo fare qualche riflessione in merito:
I ricatti della Brambilla, ovvero…soluzioni intelligenti!
La signora Brambilla, ministro del turismo dichiara:
“se la Tunisia non si attiverà per fermare le partenze dei tunisini, non faremo la nostra parte per inviare turisti italiani in Tunisia…”
La Tunisia vive di turismo, soprattutto il sud tunisino, da dove partono gran parte dei giovani in cerca di lavoro e forse di sogni: dopo la rivoluzione, la guerra in Libya e i profughi gestiti a migliaia da questo Paese, stiamo aspettando di risollevarci un attimo economicamente sperando che il turismo riprenda, perlomeno in occasione della Pasqua.
Rimango esterefatta dalla “soluzione Brambilla” che non ha capito, forse, che se questo popolo non avrà lavoro continuerà ad emigrare in massa!
Era questo che intendeva Tremonti quando diceva che questa gente va aiutata nel Paese d’origine????
Forse, invece di ricattare la signora Brambilla farebbe bene ad attivarsi per incoraggiare questo settore. Vorrei segnalare che dalla “rivoluzione” il flusso del turismo italiano in Tunisia è stato bloccato, contrariamente a tanti paesi che invece hanno continuato a lavorare per incrementare il turismo, una forma di aiuto utile al paese.
Aiutare questo Paese è soprattutto “farlo lavorare”, sia nel campo del turismo sia in altri campi. Ecco la vera lotta contro l’immigrazione!
Condivido il discorso del Presidente Napolitano alla comunità italiana in America che ricordava agli italiani il loro passato di emigranti. Dice “l’Italia è stata il numero uno dei paesi che hanno avuto bisogno di partire per lavorare”
MAIL AGENZIE DI VIAGGIO ITALIANE
pubblicata da Marta Vuch il giorno martedì 29 marzo 2011 alle ore 15.09
ho ricevuto una pubblicità via mail della easyviaggio, vi prego leggete cosa scrivono! Io ho già risposto perchè non ho potuto trattenermi! Mandatemi i vostri commenti, provvedero' a girarli a questi genii!
Primavera: le nuove mete
Solo un anno fa la Tunisia vinceva la palma della destinazione più economica del Mediterraneo, africano ed europeo. La recente crisi politica, unita alle manifestazioni egiziane e alle porte della bella stagione, ha complicato il quadro delle partenze per questa destinazione, rendendo rapidamente necessario un "rimpasto".
Preoccupati dalla possibilità di nuovi conflitti e sordi alle rassicurazioni di chi descrive una situazione ormai tranquilla, gli italiani cercano nuove mete per le prossime vacanze estive.
Al centro dell'attenzione, non si sgarra, resta il mare. Le nostre proposte riprendono i cataloghi dei principali tour operator italiani. La Grecia risale nelle preferenze per un'evidente vicinanza geografica e per una bilancia dei prezzi che pur essendo più alta di quella tunisina, gioca sull'opportunità del momento e propone tariffe interessanti. Fra le isole rientrano sotto il marchio della Spagna "familiare" le Canarie e le Baleari, la Turchia si assesta fra le mete sicure dell'estate, il Kenya avanza in un medio raggio competitivo.
A voi la stima.
Primavera: le nuove mete
Solo un anno fa la Tunisia vinceva la palma della destinazione più economica del Mediterraneo, africano ed europeo. La recente crisi politica, unita alle manifestazioni egiziane e alle porte della bella stagione, ha complicato il quadro delle partenze per questa destinazione, rendendo rapidamente necessario un "rimpasto".
Preoccupati dalla possibilità di nuovi conflitti e sordi alle rassicurazioni di chi descrive una situazione ormai tranquilla, gli italiani cercano nuove mete per le prossime vacanze estive.
Al centro dell'attenzione, non si sgarra, resta il mare. Le nostre proposte riprendono i cataloghi dei principali tour operator italiani. La Grecia risale nelle preferenze per un'evidente vicinanza geografica e per una bilancia dei prezzi che pur essendo più alta di quella tunisina, gioca sull'opportunità del momento e propone tariffe interessanti. Fra le isole rientrano sotto il marchio della Spagna "familiare" le Canarie e le Baleari, la Turchia si assesta fra le mete sicure dell'estate, il Kenya avanza in un medio raggio competitivo.
A voi la stima.
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