Domani in Tunisia si vota. Siamo alla vigilia di una data storica, in tutti i sensi. Dopo la rivoluzione e la cacciata di Ben Ali questa è una verifica importante per il paese. La gente nutre molte speranze e molti dubbi. L’aria che si respira nella capitale non è la stessa che si respira nella provincia. Mentre a Tunisi si sente la voglia di cambiare, di far sentire la voce degli elettori, nella provincia il grido diventa quasi un sussurro. Regna ancora molta diffidenza, soprattutto tra la gente comune, quella sempice che non conocse la politica e che non crede che uno stcrutinio elettorale possa cambiare le cose nel paese. Se parlate con la gente comune molti non andranno a votare, credono che Ben Ali sia ancora molto presente con i suoi seguaci. Le ultime elezioni tenutesi in Tunisia erano state una messa in scena.
In occasione delle presidenziali del 25 ottobre 2009 Ben Ali era stato riconfermato con l’89% dei voti a suo favore.
Molti non ci credono, non pensano che il popolo possa avere il grande potere di decidere per il suo paese. C’è poca conoscenza delle campagne eltettorali e dei programmi, di partiti politici e democrazia. Si vota la persona che si conosce nella lista. Domani sarà, in ogni caso una grande giornata, una verifica per capire a che cosa sia servita la "Primavera Araba", per che cosa i giovani hanno combattuto scendendo nelle strade, se i martiri si sono sacrificati per dare alla Tunisia un nuovo volto o se il cambiamento porterà ad una canduta nel passato. Si parla di partiti favoriti che potrebbero indirizzare il paese verso un’inaspettata svolta negativa. L’estremismo islamico o islam moderato ha lavorato molto bene è il partito meglio organizzato e sicuramente quello che riuscirà ad attirare il maggior numero di consensi.
L’elezione dell'Assemblea Costituente è un passo molto importante, la modifica di alcuni articoli della Costituzione in un senso o nell’altro determinerà il futuro del paese. 216 sono i posti da assegnare e anche con una vittoria schiacciante di una delle parti ci dovrebbe essere grande spazio per la voce dell’opposizione, a meno che non ci siano accordi politici di cui gli elettori sono solo parzialmente a conoscenza.
Cosa da non sottovalutare è la scarsa presenza di donne tra i candidati e le votanti. Parlando con loro sono le prime che, non avendo dimestichezza con la novità della politica, non andranno a votare.
Domani sarà una giornata importante. Il paese è blindato, grandi dispiegamenti di forze di polizia affiancate dall’esercito vegliano sull’evento. Le scuole sono chiuse da ieri e riapriranno solo martedi, il tutto per permettere la preparazione dei seggi. Tutte gli assemblamenti, riunioni o manifestazioni sono vietati. Anche se per le strade regna una pace irreale i social network sono in garnde agitazione.
Questa mattina la radio dave istruzioni dettagliate per la partecipazione al voto. Diceva che il controllo delle liste elettorali è un processo abbastanza lungo e complicato, si possono quindi formare lunghe file. "Bisogna avere pazienza, lasciare passare le persone anziane ed aiutare tutti coloro in difficoltà". Se questo fosse lo specchio della politica potrebbe essere una visione molto “a misura d’uomo”.
E’ sicuramente la "prima volta", c’è la presenza degli osservatori dell’ONU, c’è molta inesperienza sia nell’organizzazione che negli elettori. Aspettiamo l’apertura dei seggi.
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