martedì 3 maggio 2011

20 maggio: parte il pellegrinaggio alla Ghriba



Era una giornata calda e tranquilla, eravamo a casa quando si cominciano a sentire le sirene delle ambulanze, una cosa rara a Djerba. Le prime voci parlano di un incidente, di un pullman... poche notizie molto confuse. Dove? La zona turistica? L’aeroporto? No, l’interno dell’isola. Erriadh, la Sinagoga della Ghriba. 11 aprile 2002. Sono circa le 11,30 quando un furgoncino che trasporta carburante si lancia contro il muro della Ghriba, la più antica sinagoga del nord Africa, meta di un importante pellegrinaggio che si svolge ogni anno nel mese di maggio. In quel momento alla sinagoga era in visita un gruppo di tedeschi. Ci furono 21 morti tra cui 14 turisti. All’inizio si pensa ad un malore dell’autista e anche le utorità tunisine parlano di incidente. Poli la prima rivendicazione da parte di un sedicente “Esercito islamico per la liberazione dei Luoghi Santi”. Solo il 23 giugno arriva un messaggio che non lascia dubbi «L' operazione è stata condotta da un giovane membro di Al Qaeda» aveva detto Abu Ghaith, portavoce di Bin Laden, in una dichiarazione trasmessa da Al Jazira.
La Tunisia ospita sul suo territorio una piccola minoranza di ebrei che vivono divisi in due comunità principali: quella di Tunisi (circa 600 persone) e quella di Djerba (900 persone). L’isola di Jerba è meta ogni anno di un pellegrinaggio che vede quasi 6000 ebrei di tutto il mondo ritornare in queste terre la prima settimana di maggio. E’ un’occasione di preghiera, di incontro e anche di festa. Una celebrazione ricca di suggestione e di fascino che si svolge a El Riahad, un piccolo villaggio nell’entroterra dell’isola dove si trova una sinagoga, la più antica del Nord Africa che sorge, si racconta, dove vennero poste le pietre dell’antico tempio di Israele. Nella sinagoga è anche conservata una delle copie più antiche esistenti al mondo dell Torah.
La leggenda narra che in questo luogo fosse venuta ad abitare una bellissima ragazza ebrea che veniva chiamata la straniera “La Griba” e avesse passato la sua vita in totale isolamento. Durante un temporale un fulmine colpì la capanna in cui essa viveva e la bruciò. Il corpo della giovane rimase intatto e il suo viso sereno e splendido. In quel luogo venne edificata la sinagoga.
Il pellegrinaggio è un momento ricco di tradizione e di fascino ma anche di festa dove si preparano cibi simbolici e che culmina con la processione della statua della fanciulla ricoperta di veli ricamati dalle giovani.
Oggi arriva la notizia dal Presidente del Tempio Perez Trabelsi che dopo la discussione con il Ministro dell’Interno, della Difesa e del Turismo è stato dato l’accordo all’organizzazione della manifestazione che si terrà in ritardo il 20 maggio. In un primo momento si era ritenuto inopportuno svolgere il pellegrinaggio vista la difficile situazione politica che si sta vivendo, soprattutto alla luce degli avvenimenti che interessano la Libia. Gli ebrei di Tunisia tornano a far parlare di loro. La vita degli ebrei dopo la rivoluzione non è cambiata sostanzialmente e vivono da sempre in armonia con il popolo tunisino ed in particolare a Djerba.
Il 25 marzo è arrivata una curiosa proposta dal Governo di Israele nella persona del Ministro dell’immigrazione Sofia Landver che proponeva un’incentivo agli ebrei tunisini che desideravano rientrare in Israele. La proposta di legge vagliata prevedeva la somma di 10.000 shekel (circa 2.000 euro) per ogni singolo e 85.000 shekel (17000 euro) per famiglia oltre a numerose agevolazioni sociali per chi decidesse di ritornare. Questa decisione, aveva aggiunto la Landver, rientra in una politica di immigrazione di Israle ed esistono già delle domande di ebrei tunisini. La proposta non è stata accolta in maniera positiva considerandola un abuso.
Adesso nel caos più totale aspettiamo anche 6.000 pellegrini.

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