Una novità di grande interesse culturale di Douiret è la creazione di uno
SPAZIO ESPOSITIVO ETNICO E NATURALISTICO che si trova all’ingresso del pianoro d’arrivo alla cittadella.
Una esposizione di materiale letterario, fotografico dai contenuti indispensabili per coloro che vogliono conoscere il deserto e la storia locale.
Un itinerario scientifico che si svolge all’interno di vaste grotte comunicanti
Un luogo in cui si esprime il deserto in molte delle sue forme.
Un punto di dialogo e di incontro tra la cultura araba e l’occidente. Attraverso un sistema di pannelli, foto, vetrine e postazioni multimediali
L’articolazione dei temi esposti nei differenti meandri di grotta danno luogo ad un modello comunicativo complesso, differenziato per argomenti e per tipologia, che tocca la desertificazione, la morfologia del territorio, le piante e gli animali nelle loro caratteristiche di adattamento e di utilizzo (medicinale ed alimentare). L’uomo del deserto nelle differenti fasi storiche.
I Berberi e gli Arabi, due etnie che si sono amalgamate. L’economia e la composizione sociale tradizionale.
Il nomadismo ed il seminomadismo, caratteristiche che hanno segnato la vita di questi luoghi nel corso di millenni.
Lungo il percorso espositivo vengono spesso alternate informazioni di dettaglio e approfondimenti su argomenti di interesse generale e locale. Ciò consente di realizzare contestualmente una trattazione esaustiva della realtà propria del contesto ambientale specifico del sud della Tunisia.
Un ulteriore elemento fondante dello spazio espositivo di Douiret sono le isole didattiche, importanti elementi di supporto e di approfondimento allo scopo di rendere fruibile i contenuti a ricercatori e studenti i quali potranno sviluppare esperienze dirette e partecipare alla elaborazione di aggiornamenti e nuovi temi.
La visione della esposizione permetterà al visitatore di approfondire la conoscenza del deserto e la storia, i valori del patrimonio storico, etnico architettonico e archeologico del sud Tunisia e del Sahara in generale.
L'autore:Marino Alberto Zecchini
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