Ieri ho letto una testimonianza di Amedeo Ricucci da Tripoli e non riesco a togliermela dalla mente. Diceva come la guerra fosse diventata una routine “cena, trasferimento sul tetto, bombardamento”. Questa mattina ho guardato il telegiornale, la Libia è sparita. La guerra è finita? No, semplicemente non è più una notizia, è diventata un’abitudine. Bisogna aspettare il colpo di scena, se mai arriverà.
Nel primo periodo anche la defezione dei membri del regime di Gheddafi ci attirava molto, queste fughe misteriose in macchina da Tripoli attraverso Ras Jedir per poi arrivare a Djerba e volare in giro per il mondo: Londra, la Polonia, la Grecia. Sembravano segni di debolezza di una capo che sta perdendo i suoi fedeli. In realtà tutto era in qualche modo organizzato e non erano vere defezioni ma missioni. Seguono un copione ben definito, anche di questo ci siamo abituati. Dipende dal momento della giornata “i pesci piccoli” passano di giorno con foto di rito da parte dei giornalisti appostati alla frontiera, “i pesci grossi” perferiscono la notte.
La guerra non si gioca solo in Libia. La guerra non ha la scopo di liberare un paese dall’opressore. La guerra non è fatta per uccidere Gheddafi. La guerra ruota all’esterno tra paesi amici e nemici ed il regime del rais funziona ancora benissimo, il grande capo continua a tirare le fila anche se in sordina.
Bombardamento a Nalut, le truppe di Gheddafi attaccano i ribelli in contemporanea black out a Ras Jedir e un convoglio passa la frontiera. Tre volte la stessa procedura. Saranno anche furbi ma per chi assiste a questa messa in secena ci si chiede quante menzogne ci vengono raccontate. Tutti sono complici, anche la NATO.
17 maggio: la NATO bombarda una cittadina vicino alla frontiera. Black out. I ribelli intraprendono una violenta battaglia nella regione monuosa di Ghadames al confine con la Tunisia. Un convoglio di 15 auto passa e si dirigie a Djerba. Trasporta la figlia di Gheddafi, la moglie ed un ferito. Il personale della clinica parla del rais in persona con una ferita al fianco. Si ferma una notte sola e riparte. Djerba in agiatazione esercito in assetto da guerra d’appertutto. Due giorni dopo black out a Ras Jedir arriva il ministro del petrolio libico... e cosi’ via.
Poco importa chi viene e chi va tutto segue una procedura. Non c'è l’effetto sorpresa, solo i civili subiscono le macchinazioni dei grandi e si beccano la bomba, loro non hanno i sofisticati apparecchi che li informano quando scappare.
Ci siamo abbiutati ai morti, alle torture, agli stupri, ai rifugiati, ai black out, alle scene di guerra le più atroci, alle bombe, ai subdoli marchingegni dei potenti. Del resto a noi comuni mortali non è lecito sapere e se Gheddafi è vivo o morto non ci cambia la vita. Paghiamo la benzina più cara e non sappiamo perchè, “sarà a causa della guerra in Libia”.
Chi lo sa qual’è il programma della giornata di oggi.
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