giovedì 28 aprile 2011

Aiuti umanitari per i rifugiati in Tunisia: dove sono finiti?

Qui a Djerba ci stiamo ancora chiedendo che fine abbiano fatto gli aiuti italiani destinati ai rifugiati in Tunisia. Abbiamo cercato di capiere per ben 4 mesi in che cosa consistesse esattamente la delibera del Governo Italiano del 3 marzo in materia di aiuti umanitari. La crisi in Libia è iniziata il 20 febbraio e da subito sono arrivati i primi rifugiati. Ad attenderli solo volontari e operatori della Mezza Luna Tunisina. Per quasi una settimana la solidarietà della gente comune ha tenuto da sola in vita una marea umana, mandando convogli umanitari in continuazione, dividendo tutto quello che aveva. Piano piano è arrivato l’Alto Commissariato per i Rifugiati e ha costruito un’accampamento. Intanto i Ministri Frattini, Maroni, La Russa e Fazio illustravano le finalità della missione e i dettagli del suo svolgimento, soffermandosi, in particolare sulla tragica situazione che si stava sviluppando in Libia e sull’elevato numero di profughi rifugiatisi in Tunisia, sull’emergenza umanitaria e sanitaria, e sulle urgenti misure da adottare in accordo con la Comunità Europea. Tante belle parole ma in sostanza non è stato fatto nulla. I telegiornali italiani mostrano le tragiche immagini della marea umana che attraversa la frontiera e annuncia la costruzione del “Campo Italia” a sostegno dei quello delle Nazioni Unite a Chucha. Fatti i sopralluoghi e deliberati gli interventi la missione dovrebbe partire, in realtà non arriva nessuno. La Boniver visita Ras Jedir con calma l’8 marzo, foto di rito alla frontiera con i rifugiati e poi l’Italia mette a disposizione un ponte aereo umanitario per il rimpatrio dei cittadini del Bangladesh. E il “Campo Italia” non verrà mai realizzato. La delibera del Governo è servita solo ai nostri cari Ministri per guadagnare un gettone di presenza, non ha aiutato nessun’altro. A essere onesti fino in fondo qualcuno è arrivato in Tunisia e si è visto con le loro belle divise ma non a Chucha o Ras Jedir ma negli hotel di Zarzis e il week-end a Djerba. Orario rigorosamente d’ufficio dalle 9.00 alle 17:00 dal lunedi al venerdi. Nella mia infinita ingenuità credevo che “missione umanitaria” volesse dire “spaccarsi in quattro” per aiutare il prossimo, appunto solo nella mia infinita ingenuità. Il soggiorno in Tunisia prevede trasferimento a Ras Jedir in mattinata, rientro alle 17:00, serata in discoteca e week end a Djerba con shopping a Houmt Souk rigorosamente in divisa. Vergogna! Sono stati spesi bene i soldi del Governo Italiano. In più c’è molto da ridire sui “personaggi” che svolgono queste missioni, presuntuosi, scortesi, addirittura intolleranti, pronti ad insutare volontari e chi ha retto la situazione con le unghie e i denti per aiutare realmente il prossimo. Ma loro hanno la divisa, noi no! Loro vanno al ristorante e noi all’aeroporto a fare panini per i rifugiati. Noi siamo volontari e loro hanno uno stipendio. Noi lo facciamo per scelta loro sono stati OBBLIGATI a venire qui, potevano finire in qualsiasi altra parte del mondo ma gli è toccata questa rogna. Siamo arrivati al 4 aprile e finalmente un convoglio della Croce Rossa Italiana sbarca con uomini e mezzi per risolvere i problemi dei rifugiati: 38 persone divisi tra operatori e volontari. La missione: costruire una cucina da campo che possa preparare 4.000 pasti al giorno e installare un desalinizzatore per rendere potabile circa 5.000 litri d’acqua all’ora. Dopo il 3 di marzo non figurano altre delibere del Governo Italiano per la questione rifugiati in Tunisia, si parla d’altro: di clandestini, di Gheddafi . Non c’è stata una modifica a quella delibera nè una nuova destinazione dei fondi stanziati. I contribuenti hanno finanziato sopralluoghi, viaggi di funzionari, alberghi... Dopo 15 giorni dall’arrivo della Croce Rossa Italiana una missione ufficiame composta dal Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, insieme al Direttore Generale, Patrizia Ravaioli, e al Capo Dipartimento delle attività socio-sanitarie e delle operazioni di emergenza, Leonardo Carmenati è venuta in Tunisia per incontrare volontari e operatori della CRI in occasione delle festività pasquali. A questo punto ci chiediamo se sono questi gli aiuti italiani o ci è sfuggito qualche cosa. VERGOGNA.

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