sabato 23 aprile 2011
EMERGENZA UMANITARIA: DHIBA
Mentre continua la guerra in Libia, l’emergenza umanitaria in Tunisia riprende. Come ci si aspettava con l’intensificarsi dei combattimenti riprende l’afflusso di profughi. Questa volta non sono più lavoratori stranieri ma famiglie con donne e tantissimi bambini che scappano dalle loro case. I bombardamenti toccano anche la zona di Nalut. Attraverso il passaggio di Dhiba sono entrati questa settimana oltre 10.000 libici. In questa regione è stato allestito un campo profughi degli Emirati Arabi in collaborazione con la Croce Rossa Tunisia, ma non basta. Mancano medicinali, generi alimentari, volontari. Ancora una volta si fa appello alla pololazione tunisina che risponde con quelle poche risorse e forse che ha. La Croce Rossa utilizza tutti i mezzi di comunicazione a sua disposizione per mettere in evidenza la critica situazione di Dhiba. Da Djerba, Sfax, Medeninne si organizzano in fretta convogli umanitari per portare soccorso a questa gente. Questa volta non sono i “profughi di Ras Jedir” armati di valigia e coperta ma famiglie che non hanno avuto il tempo di prendere niente con loro, non hanno valige, solo la paura negli occhi dei bombardamenti davanti a casa. Gente semplice che viene accolta nella tendopoli e nelle famiglie di Ramada e Tataouine. A Djerba si mettono a disposizione case e appartamenti. Una tristezza infinita, soprattutto per quei bambini che arrivano soli, senza genitori... La bandiera dalla parte libica cambia colore fino a ieri verde oggi quella dei ribelli. La frontiera si apre e chiude a singhiozzo, la gente scappa, si traportano feriti. In Tunisia si cerca di fare tutto il possibile, il sud è molto provato. La lenta ripresa economica dopo la rivoluzione ha lasciato molte persone senza lavoro e in ristrettezze economiche. Sul sito della Croce Rossa Tunisina le famiglie fanno a gara e aprono le porte ai “fratelli” libici non importa se ribelli o con Gheddafi. Sono persone in fuga che cercano aiuto e qui lo hanno trovato. Ancora una volta manca la risposta delle associazioni internazionali che con i loro meccanismi intervengono molto lentamente. Come per Ras Jedir ora per Dhiba è la popolazione della tunisia che si rimbocca le maniche, in silenzio, in maniera composta, con dignità e con rassegnazione. Il sud tunisino non è ricco ma si rimbocca le maniche e dividerà quel poco che riesce a guadagnare. Le porte di tutti sono aperte soprattutto per i bambini che hanno bisogno di trovare la tranquillità e la serenità che gli è stata rubata. C’è un elenco di generi di prima necessità che vengono segnalati dalla Croce Rossa Tunisina e l’ultima voce è giocattoli.
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ciao a tutti,
RispondiEliminacredo che dobbiamo fare una raccolta per Tataouin per i nostri fratelle libici
da contattare tutti i comercianti e privati
per la participazione
grazie
larby