domenica 3 aprile 2011

Tunisia-Europa: le idee della Brambilla

La gente lascia la Tunisia e cerca di inseguire un sogno: l’Europa, la possibilità di lavorare, di mantenere anche una famiglia.

Perchè la gente scappa? Perchè manca lavoro.

Dopo la rivoluzione la Tunisia affronta un periodo difficilissimo in cui tutti i punti fermi della sua storia e della sua economia sono venuti a mancare. Deve ricominciare piano piano, passo dopo passo a rimettersi in piedi.

Cambiano le cariche politiche, cambiano i dirigenti delle principali istituzioni, cambia il modo di comunicare e arriva la possibilità di esprimersi liberamente senza paura della polizia politica. Nascono nuovi partiti politici ma l’economia ha difficoltà a riprendersi, non si creano nuovi posti di lavoro.

Il turismo, uno delle principali fonti di reddito per questo paese registra un grosso calo. Anche se la maggior parte dei paesi europei ha riaperto le vendite per questa destinazione l’Italia è ancora titubante. A Djerba ci sono pullman di turisti francesi, tedeschi, inglesi, cinesi che visitano il suok in un’ambiente tranquillo al caldo sole primaverile.

Il Ministro del Turismo Italiano Brambilla, dichiara: “Se la Tunisia non si attiverà per fermare le partenze dei tunisini, non faremo la nostra parte per inviare turisti italiani in Tunisia…”

La Tunisia vive grazie al turismo che impiega in questo settore la maggior parte dei giovani che scelgono la via della fuga perchè non hanno lavoro.

Come era stato sottolinato dal Ministro Tremonti bisogna creare lavoro nei paesi d’origine per ridurre il flusso di immigrati. Se si ritarda ancora il rimancio economico del paese, per l’Italia si ritroverà sommersa dai clandestini e non solo tunisini, vista la situazione politica di tutto il bacino del Mediterraneo.

Rilanciare l’economia significa incoraggiare tutti i settori non “ricattare” governi provvisori che ben poco possono fare. L’Italia dovrebbe promuovere iniziative di sviluppo e di scambio economico, attivatrsi per aiutare gli operatori italiani a rilanciare la destinazione della Tunisia con lo scopo di creare posti di lavoro in questo paese.

Il primo passo per ridurre il traffico di clandestini è affiancare il popolo tunisino a credere nella loro democrazia e nella ricostruzione di uno stato con grandi potenzialità ma che ha bisogno di un aiuto intelligente per ripartire.

La strada è ancora lunga ed il difficile momento politico porta ad una confusione generale ma sarebbe bene che la classe politica, scelta a rappresentanza e guida dei cittadini, dia l’esmpio di equilibrio e riflessione in ogni dichiarazione ed azione.

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