venerdì 29 aprile 2011

Combattimenti a Dhiba

Il posto di frontiera di Dhiba è stato ancora una volta fonte di pesanti combattimenti questa mattina. Le forze pro-Gheddafi sono state attaccate dai ribelli e si sono registrati scontri e bombardamenti. Alcuni ordigni sono nuovamente caduti in territorio tunisino nei pressi, questa volta, del centro abitato. Non si registrano feriti, mentre pesante è il bilancio dei combattimenti al confine che parlano di più di 20 morti. Le ambulanze hanno trasportato i feriti negli ospedali di Sfax e Tataouine. Il panico si è diffuso in città e tutte le attività sono state sospese, chiuse le scuole. La popolazione è stata invitata a rimanere in casa per precauzione. 15 veicoli militari delle truppe di Gheddafi sono entrate nella città di Dhiba, cio’ nonostante gli appelli del Ministero degli Esteri che già nella giornata di ieri aveva intimato al Governo libico di rispettare i confini territoriali. Un intervento dell’esercito tunisino, insieme alla “rabbia” degli abitanti della zona hanno respinto le truppe libiche. Non si tratta di aggressione alla Tunsia ma ancora di errori, che stanno diventando un po’ troppo fraquenti. Guerra sul campo e guerra mediatica. Al Jazira parla di invasione della Tunisia, ma NON è cosi’. Bisogna far molta attenzione alle notizie che passano in questo momento, una cattiva informazione puo’ fare più danni delle bombe! I confine occidentale della Libia è un confine vitale per Gheddafi, il più vicino punto di sfogo e fuga e a tale scopo lo difenderà anche con interventi pesanti. Ras Jedir è ancora in mano sua mentre Dhiba è ripassato sotto i ribelli. Se i ribelli prendono anche Ras Jedir Gheddafi è accerchiato. L’esercito si preparava già da tempo a questa eventualità, nulla è stato lasciato al caso. A Djerba la situazione è tranquilla anche se sono aumentate significativamente la presenza di cittadini libici di tutti gli schieramenti. Da ieri si vedono molte auto dei fedelissimi. Gli ospedali sono in allerta per ricevere gli eventuali feriti. Convogli umanitari partono in continuazione per la frontiera per aiutare i campi profughi e tutte quelle famiglie tunisine che hanno dato rifugio a famiglie libiche.

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