Le bombe della NATO spaventano la popolazione libica come animali. Un girone di “dannati” che raggiungono la Tunisia stremati, senza più niente alle spalle e senza un futuro. Feriti, bambini, donne, qualche uomo hanno dipinto sui loro volti l’orrore della guerra. Una guerra giusta o ingiusta, senza vincitori nè vinti, con grossi interessi economici alle spalle. Una bomba in più o in meno oggi non fà più notizia; 10, 100, 1.000 morti sono all’ordine del giorno. Se Gheddafi avesse sbagliato mira e lanciato una bomba vicino alle coste italiane tutto il mondo si sarebbe sollevato ma fino a che le bombe cadono sulla Tunisia non importa a nessuno. Lasciamo pure che si arrangino, che scavino pure le loro trincee nel deserto per difendere i confini, tanto non fanno parte dell’Unione Europea. E fino a quando si massacrano in casa noi viviamo tranquilli.
Se poi parliamo di rifugiati anche questa notizia è diventata fastidiosa, della barchetta affondata al largo di Lampedusa e dimenticata dai soccorritori di quella riempiamo le pagine dei giornali ma dei quasi 3.000 profughi che arrivano ogni giorno a Dhiba, Tataouine, Ras Jedir non ci importa. “Quei posti” hanno nomi impronunciabili che facciamo difficoltà anche a trovare sulla piantina. Anche le Organizzazioni Internazionali sono diventate sorde agli appelli del Governo tunisino che chiede con forza l’invio di aiuti umanitari per far fronte alla catastrofe che si preannuncia imminente. Gli ospedali sono al collasso, mancano medicinali, mancano medici, la strutture sono insufficienti visto il numero di feriti. Feriti che per di più arrivano in condizioni molto gravi, che non pagheranno il “ticket” per i medicinali ma che non verranno abbandonati. Chi arriva a Tataouine oggi non capisce bene dove si trova. La popolazione libica supera di gran lunga quella tunisina. Un fatto salta subito all’occhio il grande numero di donne incinte. Sono vittime di violenze sessuali subite in Libia e partoriranno in Tunisia i figli di non si sa chi. Racconti di film dell’orrore: donne e bambine prelevate nei paesi, fatte salire sui camion e poi stuprate dai militari di Gheddafi, dicono, ma potrebbero essere anche ribelli il risultato è lo stesso. Abbandonate poi a loro stesse, le più fortunate muoiono di stenti. Un altro fatto, forse ovvio, ma in ogni modo raccappricciante l’alto consumo di droghe tra i militari libici e di tutti i tipi di eccitanti, compreso il Viagra. La Tunisia sta diventando un moderno campo di concentramento inventato dall’Europa in cui confinare tutti gli “indesiderati”. Per uscire dal paese ci vuole un visto, per entrare dalla Libia la forza della disperazione per arrivare al confine, per chi arriva in Tunisia dall’Europa un tappeto rosso con mille salamelechi e hotel di lusso.
Per i poveretti che hanno scelto la fuga clandestina e per loro sfortuna sono arrivati a Lampedusa, troveranno ad accoglierli un pasto caldo e un biglietto per il rimpatrio immediato. Per gli stupidi che credevano di essere più furbi e volegano raggiungere i loro amici in Francia ecco una nuova realtà di cui nessuno parla, la Periferique. Questa notte un appello dei tunisini “regolari” di Parigi: migliaia di connazionali che dormono lungo la strada anche qui donne e uomini abbandonati a loro stessi affamati e stremati. Anche in Francia i tunisini si aiutano da soli e si organizzano per distribuire viveri e coperte.
Se poi parliamo di rifugiati anche questa notizia è diventata fastidiosa, della barchetta affondata al largo di Lampedusa e dimenticata dai soccorritori di quella riempiamo le pagine dei giornali ma dei quasi 3.000 profughi che arrivano ogni giorno a Dhiba, Tataouine, Ras Jedir non ci importa. “Quei posti” hanno nomi impronunciabili che facciamo difficoltà anche a trovare sulla piantina. Anche le Organizzazioni Internazionali sono diventate sorde agli appelli del Governo tunisino che chiede con forza l’invio di aiuti umanitari per far fronte alla catastrofe che si preannuncia imminente. Gli ospedali sono al collasso, mancano medicinali, mancano medici, la strutture sono insufficienti visto il numero di feriti. Feriti che per di più arrivano in condizioni molto gravi, che non pagheranno il “ticket” per i medicinali ma che non verranno abbandonati. Chi arriva a Tataouine oggi non capisce bene dove si trova. La popolazione libica supera di gran lunga quella tunisina. Un fatto salta subito all’occhio il grande numero di donne incinte. Sono vittime di violenze sessuali subite in Libia e partoriranno in Tunisia i figli di non si sa chi. Racconti di film dell’orrore: donne e bambine prelevate nei paesi, fatte salire sui camion e poi stuprate dai militari di Gheddafi, dicono, ma potrebbero essere anche ribelli il risultato è lo stesso. Abbandonate poi a loro stesse, le più fortunate muoiono di stenti. Un altro fatto, forse ovvio, ma in ogni modo raccappricciante l’alto consumo di droghe tra i militari libici e di tutti i tipi di eccitanti, compreso il Viagra. La Tunisia sta diventando un moderno campo di concentramento inventato dall’Europa in cui confinare tutti gli “indesiderati”. Per uscire dal paese ci vuole un visto, per entrare dalla Libia la forza della disperazione per arrivare al confine, per chi arriva in Tunisia dall’Europa un tappeto rosso con mille salamelechi e hotel di lusso.
Per i poveretti che hanno scelto la fuga clandestina e per loro sfortuna sono arrivati a Lampedusa, troveranno ad accoglierli un pasto caldo e un biglietto per il rimpatrio immediato. Per gli stupidi che credevano di essere più furbi e volegano raggiungere i loro amici in Francia ecco una nuova realtà di cui nessuno parla, la Periferique. Questa notte un appello dei tunisini “regolari” di Parigi: migliaia di connazionali che dormono lungo la strada anche qui donne e uomini abbandonati a loro stessi affamati e stremati. Anche in Francia i tunisini si aiutano da soli e si organizzano per distribuire viveri e coperte.
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