sabato 25 giugno 2011

L'invasione della Tunisia

Avete mai pensato a cosa succederebbe in Italia se 500.000 persone arrivassero inValle d’Aosta dalla Francia. Mi ricordo un anno a Trieste c’è stato il Raduno Nazionale degli Alpini che hanno invaso la città, c’erano tende, camper e gente che dormiva d’appertutto. E’ stata una festa bellissima, è durato qualche giorno, poi sono rientrati tutti. Mi ricordo delle cucine da campo in città, di una marea umana che passeggiava giorno e notte.
Trasferite quest’immagine a  Djerba e sostituite gli alpini con i rifugiati libici, meno ordinati, con moltissimi bambini ed allungate la loro permanenza a 4 mesi, il risultato fà paura. L’invasione della Libia in Tunisia. Macchina dopo macchina, rifugiato dopo rifugiato ci ritroviamo con la popolazione dell’isola aumentata di 6.000 unità. I turisti sono pochissimi, gli alberghi sono semi vuoti, gli italiani si contano sulle dita. Il tanto atteso rilancio del turismo dopo la rivoluzione è morto.
Il grande slancio di generosità del popolo tunisino verso i fratelli libici sta raggiungendo il limite di guardia. Uscire a Houmt Souk è un’impresa. I rifugiati hanno affittato tutti gli appartamenti e le case disponibili; li incontri d’appertutto, con i loro modi di fare, di parlare, di guidare. Gli approviggionamenti dell’isola difficilmente riescono a far fronte alle esigenze di tutta questa gente. Lo zucchero è diventato merce rara. Molti libici vivono qui ospiti di famiglie tunisine, molti hanno grosse disponibilità economiche.
Il 17 giugno una notizia interessante, della quale si è parlato poco o niente, aveva incuriosito tutti. Un accordo tra un "Presidente delle cliniche private in Tunisia" e Gheddafi prevedeva che il Rais prendessi in carico il pagamento di tutte le spese mediche, case, alberghi e disagi causati dal suo popolo alla Tunisia. Attenzione per "suo popolo" veniva specificato sostenitori del regime e ribelli. Si era parlato di propagnanda, di una mossa disperata per riguadagnare i consensi della popolazione, poi la storia è stata dimenticata. Ma questo accordo sembra esista veramente, chi l'abbia fatto e con quale referente qui, nessuno lo sa. Risultato: quando i feriti venivano portati oltre la frontiera venivano curati nelle strutture di Ramada, Tataouine, Sfax, Gabes, Djerba, erano sempre strutture statali coperte quindi da fondi del Ministero della Salute, le prestazioni costavano poco. Oggi ho visto l'intervista a 6 ribelli, in clinica privata a Tunisi. Raccontavano di essere arrivati in "aereo", di avere tutto pagato: medicinali, posto letto, interventi chirurgici, medici e anche una casa per quando saranno dimessi. Erano in clinica da 10 giorni. Cos'è successo nelle ultime due settimane di cui non siamo al corrente.
Sono usciti diversi articoli sui giornali italiani che parlano di rifugiati a 5 stelle ma nessuno si è chiesto da dove vengano i soldi per pagare tutto questo. Se prima si giustificava la cosa dicendo sono pro-Gheddafi, oggi anche si ribelli si riservano trattamenti di lusso. Mi correggo non a tutti i ribelli, i bambini che noi aiutiamo con convogli umanitari spontanei sono ancora là a Dhiba, Ramada e Tataouine nei campi con 40° all'ombra, che differenza c'è, se il regime è così attento alle esigenze del suo popolo, gli è forse sfuggito che 60.000 dei suoi "fratelli" vivono in condizioni estremamente disagiate, o quelli li lasciamo come giocattolo alle associazioni umanitarie?


A Ramada è arrivato il Presidente dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati per ringraziare il popolo tunisino per l'esempio di solidarietà dimostrato nei confronti di questa popolazione in fuga. Il suo viaggio poi è continuato verso Djerba, destinazione Hotel Radisson 5*, dove del resto risiedono molti libici del regime di Gheddafi.
Mi chiedo se un giorno riusciremo a capire i meccanismi di questa guerra o di questa grande "messa in scena" che usa la vita delle persone come pedine, le stesse pedine che "un" Gheddafi spostava sulla scacchiera a Tripoli durante la visita del Presidente dell'Associazione Mondiale degli Scacchi. Realtà o finzione.

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