La Tunisia, dopo il 14 gennaio è entrata in una nuova era della sua storia. Lasciata la dittatura di Ben Ali e dei suoi “quaranta ladroni” vive un periodo di transizione molto difficile dovuto soprattutto allo shock da democrazia.
I giovani preparavano un cambiamento per questo paese da più di un anno, la polizia politica limitava la libertà di espressione, le comunicazioni erano controllate. Nessuno si aspettava una partenza cosi repentina del presidente e il popolo si è ritrovato in un solo momento senza una guida. 29 anni di regime cancellati in una sola notte.
Tante cose strane sono succedsse in quei giorni come la grande festa dopo il secondo discorso di Ben Ali in cui annunciava la riduzione dei prezzi di molti generi alimentari, a imitazione dell’Algeria, e la liberalizzazione dei canali di informazione, You Tube è apparso magicamente sui computer di tutti. La grande messa in scena degna di un regista d’eccellenza: si fermano magicamente gli scontri e la gente scende in piazza per festeggiare, gente pagata dal regime con foto fresche di tipografia... qualche cosa non quadra. Le macchine improvvisano caroselli in giro per le città di tutto il paese, ma perchè hanno tutte le targhe blu delle macchine a noleggio? Una montatura. Poi la svolta la sera del 14 gennaio Gahnnouchi legge un comunicato in cui si applica l’articolo 56 della Costituzione, il Predidente non è in grado di governare e quindi il Primo Ministro prende i potei. Di nuovo un imbroglio la sospensione temporanea dei poteri di Ben Ali, invece della rimozione dall’incarico prevista dall’articolo 57. Il motiovo? Una fuga ben organizzata con l’obiettivo di rientrare nel paese e “salvarlo”, salvarlo da cosa? Ancora non si sa. In Tunsia sono rimasti i suoi fedelissimi infiltrati d’appertutto e ci vorranno anni prima di scoprire tutti i segreti di questa folle dittatura.
Oggi a tra mesi dalla rivoluzione la situazione è molto confusa e con molti problemi difficili. Il Governo di transizione tira avanti con l’unico scopo di trascinare la carretta fino alle elezioni del 24 luglio. Brutto affare, spuntano partiti politici come funghi, siamo a quota 63 di tutti i colori e con le più disparate idee, in linea generale poche e ben confuse. Solo uno si mette particolarmente in evidenza Ennahdha, di Rached Ghannouchi, partito estremisa islamico. Tutti ne parlano, bene o male. Rached Gahannouchi, in esilio a Londra fino al 14 gennaio è rientrato nel pese per trasformare la Tunisia in un paese estremista.
Una buona parte della popolazione è contraria a questo personaggio e alle sue idee, ma sarà la maggiornanza?
Dove sta andando la Tunisia meta turistica, volutamente dimenticata, dagli operatori turistici italiani?
Per chi voterà il pastore di Zaafrane oasi nel deserto che deve pensare a sopravvivere e non passa la sua giornata a seguire dibattiti televisivi?
Come si svolgeranno le elezioni?
Sono stati previsti degli osservatori internazionali dei quali si era sentito parlare all’inizio?
E gli analfabeti si faranno comprare dalle bustarelle che già circolano o avranno anche loro la possibilità di esprimersi liberamente?
Forse i grandi paesi europei che usano i clandestini di Lampedusa per alimentare litigi dovrebbero riflettere su questi punti o rischiano di trovarsi uno scomodo paese estremista alle porte di casa loro.
Il 24 luglio si avvicina.
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