Mentre continuano pesanti scontri in tutta la Libia, aumenta il flusso degli stranieri che lavoravano nel Paese e che ora decidono di abbandonarlo per motivi di sicurezza. Il transito attraverso la frontiera con la Tunisia ha registrato ieri un incremento, con 3.700 passaggi dei quali 900 libici. Adesso varcano la frontiera anche automobili e qualche ambulanza. Tra i feriti se ne registrano solo un paio con ferite da arma da fuoco. I libici non si fermano nei campi alla frontiera, ma continuano il loro viaggio verso l’interno. Alcuni rifugiati restano a lungo nella “terra di nessuno” perchè privi di documenti. E’ infatti prassi normale per le imprese libiche ritirare i passaporti dei loro dipendenti. In questo particolare frangente i datori di lavoro hanno lasciato un gruppo di sudanesi, circa un migliaio, senza documenti e senza salario. Le formalità alla frontiera sono state lunghe e complicate per consentire la loro identificazione prima di lasciarli entrare in Tunisia.
Dai loro racconti emerge una realtà surreale. Un uomo parla al telefono, è agitato con le lacrime agli occhi: “Abbiamo lasciato tutto, siamo dovuti scappare… sparano, abbiamo visto morti… ci hanno lasciati passare perchè abbiamo detto che la donna che è con noi è malata e ha bisogno di cure. Si, siamo arrivati a Djerba, non abbiamo più niente.” Un altro trascina la sua valigia, si ferma e chiede: “Sorry, where I am?“, ovvero: dove sono?
Non è più un conflitto che vediamo in televisione, ma una triste realtà con centinaia di morti e drammi di famiglie che scappano per sopravvivere.
Tra coloro che hanno lasciato la Libia, troviamo anche l’infermiera personale di Gheddafi, l’ucraina Galina Kolonitska, 38 anni, una delle persone più vicine ed intime del Raìs. E’ partita perchè incinta, scrive oggi il quotidiano ‘Komsomolskaya Pravda v Ukraine’ insieme al giornalista Vladislav Voloshin, ma intende ritornare in Libia il più presto possibile. La figura misteriosa della bionda ucraina lascia spazio a mille interpretazioni, anche se le fonti ufficiali spiegano che, alla base di tutto, c’è una totale fiducia di Gheddafi nei confronti di questa persona. Fiducia che veniva dimostrata elargendole uno stipendio importante; pare infatti che la donna percepisse 2.500 euro al mese, mentre in Ucraina veniva pagata l’equivalente di 70 euro.
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