Oggi leggo i giornali che riportano i fatti accaduti ieri a Dhiba, non il “Corrierino dei Piccoli” ma TGCOM, Rapubblica. Il passa parola inizia male già dall’ANSA che riprende la notizia della TAP traducendo il contenuto in maniera approssimativa. Ogni volta che la notizia passa di mano in mano diventa sempre più angosciante. Sembra quasi che la Tunisia sia pronta ad entrare in guerra contro la Libia FALSO. L’esrcito tunisino protegge i suoi confini. E’ già successo la scorsa settimana quando 13 ufficiali dell’esercito di Gheddafi hanno cercato rifugio a Dhiba dopo essere stati cacciati dai ribelli dal posto di frontiera, hanno deposto le armi e sono ripartiti volontariamente in Libia. Più grave la caduta in territorio tunisino di 4 ordigni che, per fortuna non hanno creato danni. La regione di Wazin-Dhiba è stata interessata da scontri più pesanti nella giornata di ieri ma ben lontani da “un’invasione delle truppe di Gheddafi per stanare i ribelli nascosti nel villaggiodi Dhiba”. Dopo gli scontri tra le parti e la riconquista del posto di frontiera da parte dei ribelli, 15 automezzi pro-Gheddafi hanno sconfinato in territorio tunisino mentre fuggivano. Arrivati a Dhiba sono stati respinti non solo dall’esercito tunisino ma da tutti gli abitanti del villaggio con lancio di sassi. Nel passaggio è stato ferito un bambino e investito un uomo. L’allerta rimane altissima e nel frattempo la cattiva informazione di emittenti televisive come Al Jazira ha seminato il panico nel campo profughi che ospita donne e bambini di tutti gli schieramenti politici senza differenza. Nel servizio di ieri “una squadriglia di fedelissimi armati di coltelli aveva l’obiettivo di attaccare il campo profughi e fare una strage”. Guerra sul campo e guerra mediatica, entrambe fanno danni ma forse sono più pericolose le cattive notizie. I resposabili della Mezza Luna Tunisina smentiscono fermamente anche quest’ultima versione. Il Ministro degli Esteri è intervenuto esigendo il risptto dei confini. Resta come dato di fatto la paura dei rifugiati tanto che si è iniziato a chiudere il campo di Dhiba e trasferirlo più a nord, nella regione di Tataouine vicino a quello di Ramada. I casi più delicati come donne incinte, neonati, persone anziane sono stati in gran parte accolti dalle famiglie locali e continuano ad arrivare offerte di alloggio da tutto il sud: Tataouine, Zarzis, Sfax, Kairouan. A Djerba tutti gli appartamenti liberi sono stai messi a disposizione per gruppi familiari. Convogli umanitari partono giornalmente per raggiungere i campi profughi trasportano generi alimentari, tutto l’indispensabile per neonati e bambini compresi giocattoli. Ancora una volta la solidarietà della gente supera tutte le organizzazioni umanitarie ufficiali. I libici che si sono rifugiati in Tunisia, fino ad ora, sono circa 20.000. E’ curioso come da questa parte della frontiera non litighi nessuno. Pro Gheddafi e ribelli passeggiano insieme a Houmt Souk a Djerba. Le macchine libiche sono quasi quante le macchine tunisine. La simpatia politica è espressa esplicitamente bandierine verdi e bandierine dei ribelli si vedono d’appertutto ma tutti vanno a pregare insieme alla moschea o si fermano nei caffè senza “scontri”. Questa mattina nel parcheggio della scuola materna è arrivata una macchina libica. Un bambino di 4 anni è sceso con il suo grembiulino e la sua cartella. Il direttore l’ha ricevuto e presentato alla sua maestra e ai suoi compagni di classe. Un nuovo amico con cui giocare.
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