Cari amici,
Ci sono giornate in cui ti succedono talmente tante cose che alla fine ti senti spaesato. Ho passato la giornata a chiedermi che cosa possa spingere dei giovani che hanno perso un concorso a tentare il suicidio. Non è tanto il gesto quanto la modalità: un cortile, un gruppo di pesrsone riunite, un palo, 5 corde e a turno degli uomini che salgono, fanno il loro discorso e poi saltano. Se vogliamo essere cattivi possiamo dire che le corde erano abbastanza lunghe da non poter causare grossi danni, anche tra coloro che sono saltati non ci sono stati morti. Ma puo' la disperazione portare a questi gesti collettivi o è l'imitazione di martiri che hanno raggiunto la fama. Siamo ancora una volta a Kassrine, Tunisia. E' una storia che non vale la pena di raccontare, alla quale non ha senso dare voce, perchè inveire contro la propria persona sta diventando una moda pericolosa. "Farsi del male" per risolvere un problema, una pratica folle dettata forse dalla disperazione o dalla ricerca di notorietà. Non mi permetto di giudicare assolutamente queste persone, non ne ho il diritto nè i mezzi per capirle fino in fondo. Non approvo la loro scelta perchè credo che nella vita bisogna sempre lottare.
Questa triste nota che ha scandito la giornata si aggiunge ad un'altra ancora piu' amara e senza un perchè. L'assassinio di un imprenditore a Sfax, ucciso nel corso di una rapina in casa sua con un colpo di arma da fuoco. Fatti del genere sono rari in Tunisia, o meglio lo erano. La violenza dilaga e diminuisce la sicurezza proporzionalmente alla mancanza di una forza dell'ordine capace di tenere sotto controllo il paese. Non si sa che cosa sia successo e chi e per quale motivo si sia arrivati a questo gesto estremo.
Per finire la giornata ho cercato di raccogliere maggiori informazioni sui campi e sugli aiuti da spedire per i bambini rifugiati dalla Libia. A Ramada ci sono ancora una trentina di famiglie, molti stanno rientrando in questi giorni, il CNT ha annunciato l'apertura delle scuole il 17 di settembre. Anche Tataouine sta piano piano riprendendo la vita normale. Purtroppo i feriti ci sono e le tragedie pure. Ho ricevuto una telefonata dalla Mezzaluna Tunisina che mi segnala una famiglia libica in difficoltà a Djerba. Due donne, 6 bambini. Sono state trasferite qui da Ramada per poter sottoporre uno dei piccoli a cure mediche, colpito in testa da un proiettile. Hanno bisogno di tutto, non soldi ma aiuti per mangiare, vestire i bambini e affrontare le spese mediche. Per loro la vita si prospetta molto dura, i loro mariti sono morti in questa "guerra moderna". Grazie a Giorgio e Gabriella porteremo subito un po' di speranza a questa famiglia.
Non so come vi sentiate voi ma dopo tanti mesi di "brutte storie" uno spera che alla fine le cose possano iniziare a migliorare. Ma le nebbie sono ancora molte dense e i venti di guerra continuano a spirare. Non posso restare indifferente e continuero' a denunciare e potare una spereranza, anche se pur piccola.
Spero che tutti gli amici che ci hanno aiutato e creduto in me continuino a farlo perchè, purtroppo, c'è ancora tanto bisogno di solidarietà.
Grazie ancora a tutti
Marta
Ci sono giornate in cui ti succedono talmente tante cose che alla fine ti senti spaesato. Ho passato la giornata a chiedermi che cosa possa spingere dei giovani che hanno perso un concorso a tentare il suicidio. Non è tanto il gesto quanto la modalità: un cortile, un gruppo di pesrsone riunite, un palo, 5 corde e a turno degli uomini che salgono, fanno il loro discorso e poi saltano. Se vogliamo essere cattivi possiamo dire che le corde erano abbastanza lunghe da non poter causare grossi danni, anche tra coloro che sono saltati non ci sono stati morti. Ma puo' la disperazione portare a questi gesti collettivi o è l'imitazione di martiri che hanno raggiunto la fama. Siamo ancora una volta a Kassrine, Tunisia. E' una storia che non vale la pena di raccontare, alla quale non ha senso dare voce, perchè inveire contro la propria persona sta diventando una moda pericolosa. "Farsi del male" per risolvere un problema, una pratica folle dettata forse dalla disperazione o dalla ricerca di notorietà. Non mi permetto di giudicare assolutamente queste persone, non ne ho il diritto nè i mezzi per capirle fino in fondo. Non approvo la loro scelta perchè credo che nella vita bisogna sempre lottare.
Questa triste nota che ha scandito la giornata si aggiunge ad un'altra ancora piu' amara e senza un perchè. L'assassinio di un imprenditore a Sfax, ucciso nel corso di una rapina in casa sua con un colpo di arma da fuoco. Fatti del genere sono rari in Tunisia, o meglio lo erano. La violenza dilaga e diminuisce la sicurezza proporzionalmente alla mancanza di una forza dell'ordine capace di tenere sotto controllo il paese. Non si sa che cosa sia successo e chi e per quale motivo si sia arrivati a questo gesto estremo.
Per finire la giornata ho cercato di raccogliere maggiori informazioni sui campi e sugli aiuti da spedire per i bambini rifugiati dalla Libia. A Ramada ci sono ancora una trentina di famiglie, molti stanno rientrando in questi giorni, il CNT ha annunciato l'apertura delle scuole il 17 di settembre. Anche Tataouine sta piano piano riprendendo la vita normale. Purtroppo i feriti ci sono e le tragedie pure. Ho ricevuto una telefonata dalla Mezzaluna Tunisina che mi segnala una famiglia libica in difficoltà a Djerba. Due donne, 6 bambini. Sono state trasferite qui da Ramada per poter sottoporre uno dei piccoli a cure mediche, colpito in testa da un proiettile. Hanno bisogno di tutto, non soldi ma aiuti per mangiare, vestire i bambini e affrontare le spese mediche. Per loro la vita si prospetta molto dura, i loro mariti sono morti in questa "guerra moderna". Grazie a Giorgio e Gabriella porteremo subito un po' di speranza a questa famiglia.
Non so come vi sentiate voi ma dopo tanti mesi di "brutte storie" uno spera che alla fine le cose possano iniziare a migliorare. Ma le nebbie sono ancora molte dense e i venti di guerra continuano a spirare. Non posso restare indifferente e continuero' a denunciare e potare una spereranza, anche se pur piccola.
Spero che tutti gli amici che ci hanno aiutato e creduto in me continuino a farlo perchè, purtroppo, c'è ancora tanto bisogno di solidarietà.
Grazie ancora a tutti
Marta
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