domenica 18 settembre 2011

Una domenica a Djerba: Lobna

Oggi è una caldissima giornata di sole, l'ideale per una domenica al mare. Ci sarei andata volentieri anch'io se ieri non mi avesse chiamata la Mezzaluna Araba da Tataouine. Parlo abbastanza bene l'arabo ma trovo difficoltà a comunicare per telefono, ma dovevo chiamare Lobna. Mi risponde una donna piena di coraggio, con una storia terribile da raccontare. L'ho incontrata questa mattina. Niqab. Dopo il primo reciproco imbarazzo andiamo al mercato insieme per comperare i libri per sua figlia che quest'anno frequenterà in Tunisia la seconda elementare. Entriamo, sicuramente una scena curiosa queste due figure cosi' diverse insieme. Un'accoglienza calorosa, gentile, se avesse avuto la minigonna avrebbe sicuramente suscitato minore interesse. Lobna mi sorprende, lei parla un arabo colto. Guarda i quaderni e sorride. "Perchè non ci sono i quaderni a quadretti?" In Tunisia esiste un solo tipo di quaderno che viene usato per tutto in Libia no, ogni materia ha il suo quaderno.
Usciamo in strada e dopo mille ringraziamenti le chiedo qualche cosa del bambino ferito. Arrivano da un paesino vicino a Tripoli, una giornata tranquilla, un giro in macchina. Passano per strada, un colpo di arma da fuoco. Il primo proiettile uccide il papà, il secondo colpisce il bambino di 4 anni alla testa poi continua la sua corsa attraverso il braccio della sorella per finire nella mano della mamma. Fine della gita. Si ritrovano in Tunisia, prima a Tataouine all'ospedale e ora a Djerba. Chi ha fatto questo? "Non importa, mi risponde" il popolo è armato, chiunque puo' sparare a piacimento in Libia oggi, ogniuno puo' farsi giustizia da solo, la sua giustizia personale. Non esistono piu' leggi, non esistono vincitori. La cosa terribile di questa guerra sono gli aerei, non li senti arrivare, solo un boato quando sganciano le loro micidili armi". E' preoccupata per il futuro del suo paese, dà la colpa alla maledizione del petrolio. Poi parla di Gheddafi e dice che lui è un uomo buono, è stato tradito dai suoi uomini piu' fidati, sono loro i veri criminali non lui. E' quasi dispiaciuta per il Rais e la sua situazione di fuggitivo, braccato come un cane e costretto a nascondersi nel deserto, anche lui ha subito molti lutti. Dopo una breve riflessione conclude dicendo che le persone di cui bisogna aver paura stanno adesso salendo al potere. La rivedro' ancora, mi sono già attivata per poterle garantire un aiuto continuo, le cure mediche sono care ed in piu' bisogna pensare a 5 persone, dar loro un'esistenza decorosa per il tempo che si fermeranno a Djerba.
Vorrei avere il suo coraggio.

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