Dhiba: le bombe non conoscono confini

Giornata difficile oggi alla frontiera di Dhiba. Le forze di Gheddafi non vogliono lasciare il varco e hanno intrapreso una violenta battaglia con i ribelli che ieri avevano riconquistato il passaggio di frontiera. La regione interessata è la strada chiamata “Mrabeh” che collegan Wazen a Ghzaya, una zona montagnosa situata a 6 km a est della frontiera tra Tunisia e Libia. Le bombe non conoscono cofini e diversi ordigni sono caduti in territorio tunisino uno di essi a 2 km dal centro abitato Dhiba. Nonostante non si tratti di un’aggressione alla Tunisia ma semplicemente scontri tra truppe governative e ribelli, la guerra in Libia non rispetta più i confini. Gli episodi degli ultimi giorni sono una chiara dimostrazione. Ai contendenti libici poco interessa “dove” si combatte, l’importante è unicamente il risultato ossia la conquista del posto di confine.

La gente della regione di Tataouine ha paura ed il panico si sta sostituendo a tutti i ragionamenti razionali, le rassicuarzioni sono inutili quando le bombe si vedono dalla finestra di casa. La Mezza Luna Tunisnia sta organizzando lo spostamento del campo profughi di Dhiba, ritenendo difficile gestire una situazione in queste precarie condizioni di sicurezza. Donne e bambini verranno spostati nei prossimi giorni a Ramada dove si sta organizzando un ampliamento del campo. Il Ministero della Difesa non ha fatto alcuna dichiarazione ufficiale. Mentre nella giornata di ieri erano stati inviati avvisi alla Libia e all’ambasciata libica a Tunisi, oggi tutto tace.

Nonostante i combattimenti il flusso dei rifugiati è continuato anche se in maniera ridotta visto la pericolosità del passaggio. La situazione che si sta creando nella regione di Tataouine preoccupa molto tutto il sud tunisino che ha visto quasi radoppiare la sua popolazione con l’arrivo dei rifugiati libici. La gente si chiede quanto durerà questa convivenza pacifica. Le famiglie che hanno trovato ospitalità a Djerba hanno organizzato ieri una manifestazione pacifica a Houmt Souk per ringraziare la popolazione della solidarietà e del sostegno.
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