mercoledì 11 maggio 2011

Vescovo di Tripoli: I libici scappano dalla guerra. Centinaia di migliaia i profughi

Per il Vicario apostolico di Tripoli la popolazione ha paura e vuole fuggire. L’appello per un immediato cessate il fuoco e l’apertura di trattative. Oggi, in Vaticano l’incontro tra il Segretario di Stato e il ministro italiano degli Esteri Franco Frattini, per discutere la situazione in Africa del nord e Medio oriente.

Tripoli (AsiaNews) – “I libici hanno paura, ogni giorno migliaia di persone partono verso Egitto e Tunisia, dove sono stati allestiti anche dei campi profughi. Ieri oltre 30mila persone sono scappate verso la sola Tunisia”. È quanto afferma ad AsiaNews, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario apostolico di Tripoli.  Secondo il prelato, dopo l’incontro del gruppo di contatto per la Libia dello scorso 5 maggio, la situazione non è cambiata, “la gente ha paura e vuole partire”. Dall’inizio dell’operazione Odyssey Dawn sono oltre 600mila i libici che hanno varcato i confini.
Il prelato parla con Asianews a poche ore da una serie di raid aerei Nato, che hanno fatto innumerevoli danni. “Si sentono ancora gli aerei passare sulla città e sganciare bombe nelle aree circostanti – racconta Martinelli - ma per il momento non ci sono bombardamenti diretti su Tripoli”. Il prelato invita ancora una volta la Nato a siglare subito un cessate il fuoco e aprire delle trattative con il governo libico, prima che la situazione giunga a un punto irreversibile.  
Nonostante le privazioni dovute alla guerra - benzina e cibo razionato – la vita della piccola comunità cattolica della capitale va avanti.  “Ogni venerdì sabato e domenica – afferma il vescovo – molti fedeli partecipano ancora alle funzioni, soprattutto filippini e africani sub-sahariani, e sono una grande testimonianza di fede e di carità in un momento così difficile”.
Oggi in Vaticano, il card. Bertone, Segretario di Stato della Santa Sede, il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini e altri esponenti della Segreteria di Stato vaticana, si incontreranno per discutere la crisi in Africa del nord e Medio oriente. (S.C.)

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